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Sallusti: "Scalfari ridicolo e ingrato. Se Berlusconi parlasse..."

Nicoletta Orlandi Posti
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"E' grave che Berlusconi possa andare in televisione, alla radio o in un qualunque altro luogo a occuparsi di politica in piena libertà", ha scritto Eugenio Scalfari ieri nel suo editoriale su Repubblica. Un attacco che non è piaciuto affatto a Alessandro Sallusti, che oggi, sul Giornale gli risponde per le rime dandogli, senza giri di parole, non solo del ridicolo, ma anche dell'ingrato. Dopo aver elencato perché il Cav ha tutto il diritto di fare quello che sta facendo, il direttore del Giornale elenca tre motivi per cui il novantenne fondatore di Repubblica dovrebbe almeno tacere. "Provo vergogna per il mio Paese che Scalfari", tuona Sallusti, "non abbia mai pagato dazio per essere stato tra i primi firmatari del manifesto-condanna a morte che ha portato all'assassinio del commissario Calabresi". "Provo vergogna per il mio Paese che il condannato Scalfari (15 mesi di prigione erogati nel 1968 per i falsi dell'inchiesta su un falso tentativo di copo di Stato) per evitare il gabbio elemosinò alla casta della politica l'immunità parlamentare facendosi eleggere nelle liste del Psi". Poi l'affondo che rivela retroscena ancora inediti: "Scalfari sa bene che deve proprio alla generosità e alla correttezza di Silvio Berlusconi se nulla è mai trapelato, dai tempi della trattativa Mondadori-Espresso, su fatti e accordi privati che quelli sì che potrebbero gettare disonore e vergogna non sul Paese ma su di lui, poco irreprensibile moralizzatore (non) da quattro soldi".

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