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Genny 'a Carogna al Messaggero: "Non c'è stata trattativa".Sul web spopolano i fotomontaggi

Giulio Bucchi
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"Non abbiamo minacciato nessuno e non abbiamo detto di non giocare. Né avremmo avuto il potere di farlo. Noi non possiamo decidere nulla". A parlare è Gennaro De Tommaso, più noto come Genny 'a Carogna, il capoultrà del Napoli protagonista del delirio all'Olimpico di sabato sera, prima della finale di Coppa Italia tra partenopei e Fiorentina. Intervistato dal Messaggero, De Tommaso viene descritto come affranto e pacato, ancora sotto choc per quanto accaduto a Ciro Esposito, il 28enne ferito con un colpo di pistola dall'ultrà romanista Daniele De Santis a Tor di Quinto, sabato pomeriggio, fatto che ha provocato poi il caos all'Olimpico. "Quello che è successo sabato è inaudito, non era mai accaduto che qualcuno sparasse ai tifosi. Di tutto questo sembra non importare niente a nessuno. Ma a noi sì, a noi interessa", spiega Genny, che per il dolore domenica non sarebbe nemmeno andato al suo bar a Forcella. Nel frattempo, la sua foto a cavalcioni delle recinzioni dell'Olimpico è già diventata virale sul web, finendo in decine di fotomontaggi. I fotomontaggi di Genny a' Carogna: guarda le foto   "Nessuna trattativa" - Figlio di un camorrista condannato a 24 anni in primo grado, rapporti stretti con il clan Misso, De Tommaso rifiuta l'etichetta di colui che ha deciso se far giocare o meno. Con le autorità, spiega, "non c'è stata trattativa" al riguardo: "Quelle che sono state scritte sono tutte sciocchezze. Hamsik è venuto da noi per rassicurarci sulle condizioni del nostro amico, per dirci che stava meglio, che poteva farcela. Lo stesso messaggio che ci hanno dato le forze dell'ordine. Noi abbiamo parlato con tutti con calma e rispetto - è la ricostruzione dell'ultras del Napoli - senza minacce o provocazioni. Non c'è stata alcuna trattativa tra la Digos e la curva sull'opportunità di giocare la partita". La maglietta su Speziale - Molte polemiche ha suscitato la maglietta sfoggiata in curva, davanti ad autorità ed agenti delle forze dell'ordine. Una t-shirt inneggiante ad Antonino Speziale, il tifoso del Catania che nel 2007 uccise l'ispettore di polizia Filippo Raciti durante un derby tra etnei e Palermo: "La maglietta è in onore di una città dove abbiamo tanti amici e nei confronti di un ragazzo che sta chiedendo attraverso i suoi legali la revisione del processo - spiega 'a Carogna -. E' una richiesta di giustizia, non un'offesa contro una persona deceduta o contro i suoi familiari". E quando gli chiedono se le tifoserie tengano sotto scacco i club calcistici, replica con un secco: "Tutte favole".

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