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Eugenio Scalfari: "Matteo Renzi lasci il partito a Fabrizo Barca"

Andrea Tempestini
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Il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, parla a In Mezz'Ora su RaiTre, il programma di Lucia Annunziata. Analizza il successo di Matteo Renzi alle Europee e al premier spiega qual è ora la sfida più importante: la riforma del Partito Democratico. Secondo Barbapapà il rischio è che il Pd cada nel solco dei partiti leaderistici. "Se oggi si dice che il Pd è il partito di Renzi si commette un errore enorme", afferma. Dunque arriva anche un consiglio, ossia di far prevalere il "bene comune" sul "Narciso" che in qualche modo si nasconde in ogni leader politico. Poi Scalfari entra nel dettaglio: "Se non vuole cedere il posto di segretario può nominare un presidente o un delegato, una persona che si occupi del partito e che faccia in modo che il partito si riappropri di se stesso. Non necessariamente uno della vecchia guardia, anche una persona giovane, ma esperta...”. Kamikaze - I nomi, servono i nomi. E un nome Scalfari lo snocciola: "Tanto per farne uno a caso, dico Fabrizio Barca. Abbastanza giovane sì, ma con la solidità e l'esperienza necessarie. Sempre che Renzi la voglia, una figura come questa. Bisogna invece vedere se preferisce mandare un pulcino della sua covata". E tra i pulcini snocciola Debora Serracchiani, "la governatrice del Friuli Venezia Giulia, che è una che parla, ma solo perché Renzi le dice quello che deve dire". Ma tant'è. La presa di posizione destinata a far rumore è quella su Barca: Scalfari, proprio nel momento in cui il "suo" Pd arriva al 40%, suggerisce a Renzi di mollare il partito. Per giunta per affidarlo a Barca, che si era "segnalato" ai tempi dell'insediamento del governo di Matteo come papabile ministro dell'Economia, caduto però (molto ingenuamente) nella trappola dello scherzo telefonico del finto Nichi Vendola a La Zanzara. Certo, a Scalfari Renzi non è mai piaciuto troppo (e Barca, molto più "di sinistra" ed ortodosso, gli è sempre piaciuto molto), ma arrivare a consigliare di farsi da parte nel momento di un successo che prima non c'era mai - mai - stato appare quantomeno curioso...

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