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Nicole Minetti e Renzo Bossi chiedono la restituzione dei contributi a Regione Lombardia

Andrea Tempestini
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Dopo le inchieste e le "spese folli" con i soldi dei contribuenti - almeno stando a quanto veniva loro contestato dalla procura di Milano, che li ha indagati per peculato - Nicole Minetti e Renzo Bossi, in arte "Il Trota", passano all'incasso. Anche in questo caso battono cassa al Pirellone. La notizia è stata rilanciata da Il Messaggero, che spiega come i due, temendo una "stretta" sui futuri vitalizi nel nome del rigore e della spending review, hanno bussato alle porte della tesoreria della Regione. Minetti e Bossi, così come molti altri ex "pirelloni", sono in attesa della pensione. Ora, il loro obiettivo è ottenere i contributi versati negli anni di mandato, anticipando così l'eventuale stretta sui vitalizi. In cifre, la Minetti chiede 79mila e 600 euro, mentre il Trota 55mila e 500. La "ratio" - A chi fu eletto al Pirellone, infatti, era permesso ritirare al termine della legislatura i contributi versati in vista della futura pensione (che scattava dopo il compimento dei 60 anni di età). Le notizie di "tagli" in arrivo alla Regione, però, hanno fatto scattare gli ex eletti: sono corsi ai ripari preferendo - questa la ratio - un incasso sicuro oggi piuttosto che una pensione incerta domani. Il Corsera spiegava che gli stessi vitalizi che scattavano al 60esimo anno d'età erano stati aboliti nella scorsa legislatura; ma la norma, non essendo retroattiva, non è applicabile a chi già percepiva il vitalizio o ne sta maturando i requisiti. Ne segue che, al Pirellone, da mesi è caldo il dossier su come "sforbiciare" i vitalizi d'oro di cui beneficiano - o presto beneficeranno - gli ex colleghi.

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