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Federica Papadia, la fidanzata di Tulliani, contro Libero: "Giornaletto, menti malvagie, disperati, pennivendoli"

Giulio Bucchi
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Ci sembra di vedere la scena. Ieri mattina un amico di Giancarlo Tulliani, il cognato più famoso d'Italia, o di Federica, la sua nuova fiamma, ha strabuzzato gli occhi all'edicola davanti alla loro foto sulla prima pagina di Libero e ha subito telefonato alla coppia: «Fede, Gian siete sul giornale!». «Un risveglio che non auguro a nessuno» ha confidato la ragazza. Ricordiamo ai lettori di chi stiamo parlando: Giancarlo Tulliani, 37 anni, è il cognato di Gianfranco Fini, quello della casa di Montecarlo. Quattro anni fa i cronisti del Giornale scoprirono che viveva in un appartamento nel Principato, già di proprietà di Alleanza nazionale. Scoppiò il finimondo. Da allora, l'esuberante Giancarlo scelse di evitare le luci dei riflettori per non causare altri danni al noto parente. Riuscendoci per anni. Sino a quando, all'inizio di quest'anno, non ha iniziato la sua ultima liaison con una avvenente macchinista della metropolitana di Roma, Federica Papadia, sindacalista e aspirante politica prima alla corte di Casini e poi a quella di Alfio Marchini. Ma la “cognata”, dalla spiccatissima somiglianza con Belen, non è un'introversa e sui social network ha iniziato a raccontare la fiaba che stava vivendo tra Roma e Montecarlo con il suo Giancarlo. Un mondo fatto di alberghi extralusso, sofisticati ristoranti giapponesi, cocktail a bordo piscina, ma soprattutto tantissimi vestiti e accessori, da Chanel a Louis Vuitton. Uno stile di comunicazione incompatibile con il nuovo corso dei Tullianos, alla ricerca dell'oblio mediatico. Ieri, alla fine dell'articolo che raccontava la Dolcevita monegasca della coppia, avevamo concluso con queste parole: «Bisogna capire se adesso Giancarlo scollerà la sua bella da Internet». Siamo stati facili profeti. Ieri mattina chi visitava il profilo Instagram della ragazza trovava il seguente messaggio: «Questo account è privato» e addio foto in bikini. Mentre sul suo blog è apparso un lungo messaggio della fumantina Federica, traboccante bile verso Libero, definito «un giornaletto». Non è stata più magnanima con gli autori dell'articolo, «menti malvagie, redattori disperati, o (come in questo caso) pennivendoli asserviti al padrone». Ai suoi lettori Federica dice di rifiutare «la morale» da noi (ma nessuno ha inteso fargliela) che in un periodo «di crisi che porta persino a gesti estremi» dedichiamo «un report di dove ha passato il compleanno Federica Papadia». Quindi precisa di non essere antiberlusconiana: la cosa ci consola, anche se leggendo i suoi commenti sui social network si poteva essere tratti in inganno. Magari da quel retwit cancellato giusto ieri mattina: «Va a finire che condanneranno Ruby per circonvenzione d'incapace». Infine, dopo averci accusato di «errori, falsità, fantasie», deplora il fatto che per redigere l'articolo avremmo chiesto informazioni sul suo conto. Di questo francamente meniamo vanto. Fa parte dei nostri doveri professionali. Ma Federica va un po' oltre quando strepita: «Hanno persino frugato nella pattumiera sotto la mia abitazione!». Ragazza mia, se ha le prove ci denunci (è un reato e non «il nuovo hobby dei giornalisti di #Libero»), altrimenti trattasi di diffamazione. L'unica cosa che non dice ai suoi lettori la Belen de noantri è la verità. Ovvero il nome del suo fidanzato e il motivo per cui abbiamo imbastito l'articolo: non lei e i suoi famigliari, «persone oneste, sconosciute, senza alcun incarico pubblico», ma il suo celebre compagno. Il cui nome resta tabù per tutta l'invettiva. Da questo particolare deduciamo, con sincero rammarico, che il succitato «report», scritto con lo stile del «cazzeggio» estivo, potrebbe aver creato qualche problema in famiglia. Ma non si preoccupi signorina, dovesse finire a piatti rotti, il mondo è pieno di cognati. E per una bella figliola come lei, c'è da giurarci, ci sarebbe la fila. Su Twitter aveva scritto: «Io bacerei 100 ranocchi, se potessi sposare un principe ed essere una principessa». Federica, a Montecarlo il principe non è Giancarlo. Anche se Libero, ogni tanto, si diverte a cantarne le gesta. di Giacomo Amadori

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