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La Ferilli: la riforma di Renzi è uno specchio per le allodole

Matteo Legnani
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Roberto Benigni, che per anni ci ha scassato l'anima  nel suo ruolo di paladino della costituzione, ora che è il suo amico Renzi a voler cambiare la carta si è eclissato ben bene: non una parola, non uno scritto, non uno show in teatro o sul piccolo schermo. Ma nel mondo dello spettacolo, ecco spuntare a paladina della carta Sabrina Ferilli che scrive di suo pugno a "Il fatto quotidiano" le ragioni che non la convincono nell'operazione di modifica del Senato in corso in queste settimane. "Primo - scrive l'attrice - la velocizzazione dell'iter di approvazione, considerato che attualmente sono giacenti circa 800 leggi già approvate dalle Camere e non ancora rese esecutive". Poi c'è la struttura istituzionale, "che svilirebbe il Senato a funzioni decorative e funzionerebbe dunque con una sola Camera eletta per giunta senza le preferenze". Un sistema, secondo la Ferilli, "più vicino ai sistemi autoritari che a una repubblica". E, terzo, "dire che il Senato è la fonte delle spese inutili è gettare sabbia negli occhi degli italiani per nascondere l'incapacità di ridurre in maniera incisiva gli sprechi, togliendo quello che non serve o che non funziona".

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