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Evan, il bambino di 8 anni che guadagna 1 milione di dollari recensendo giocattoli

Andrea Tempestini
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Guadagnare milioni di euro a otto anni. Un'impresa (quasi) impossibile, e che invece è riuscita a Evan, in rete noto come EvanTubeHD. Il bimbo infatti guadagna cifre da capogiro commentando giochi e videogiochi, facendo in gergo tecnico degli "unboxing" di giocattoli, oppure postando brevi sketch. Nell'arco di tre anni il suo canale YouTube ha totalizzato 745 milioni di visualizzazioni, tanto per intendersi il doppio rispetto al canale della rete sportiva Espn. E pensare che tutto era nato per gioco. Un gioco che ora gli frutta milioni di euro (guadagnati...per giocare: il sogno di ogni bimbo). Ecco come fa - Per scendere nel concreto, Evan scarta i giochi appena usciti in negozio, e poi ci si diletta. Ora al suo canale YouTube - al quale partecipa tutta la famiglia - genera oltre 1,3 milioni di dollari all'anno, pari a circa un milione di euro. Il padre, intervistato da Newsweek, qualche tempo fa aveva spiegato: "Abbiamo iniziato con un filmato al mese, solo per gioco, una sorta di avventura padre-figlio". Poi il successo dirompente. La tecnica del padre - Tanto per intendersi una delle ultime clip recensiva il gioco di plastilina di Angry Birds, ed ha collezionato 51 milioni di visualizzazioni. Il piccolo Evan nel video esordisce affermando: "Scusate se parlo un po' strano, ma ho appena perso due denti davanti". Quindi il piccolo inizia a testare il prodotto, con filmati molto colorati e che fanno impazzire tutti i suoi coetanei. Insomma, un successo immediato: il papà registra, aggiunge qualche effetto speciale e poi carica tutto online (a volte appaiono anche madre, sorella e qualche amichetto). Identità misteriosa - Evan, nonostante la fama e la montagna di dollari guadagnata, conduce un'esistenza normalissima: la scuola, gli amichetti, il corso di karate, il computer. Il padre spiega: "Non credo che si renda conto della popolarità del suo canale". I genitori, da par loro, cercano di difendere in ogni modo la sua privacy, tanto che nemmeno il cognome del piccolo Evan è noto. I guadagni - che derivano dalla pubblicità e dall'inserimento di marchi che pagano come veri e propri sponsor - servono per coprire i fondi di produzione. E il (cospicuo) resto, invece, finisce in un fondo che servirà ai figli quando andranno al college.

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