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Marco Travaglio risponde a Santoro: "Ti dico perché il fango sono io"

Ignazio Stagno
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La resa dei conti a Servizio Pubblico è solo cominciata. Dopo la rissa in diretta tv e l'ultimatum di Michele Santoro a Marco Travaglio ( "se non rispetti le regole puoi anche andartene", ha affermato il teletribuno) arriva puntuale sul Fatto Quotidiano la risposta di Marco "Manetta". A far scoppiare la lite durante l'ultima puntata di Servizio Pubblico è stato il confronto tra Travaglio e il governatore della Liguria Claudio Burlando. Di fatto Travaglio ha accusato il governatore di avere grandi responsabilità sull'alluvione. Le finte scuse - Così sul Fatto Travaglio, in modo ironico, chiede scusa: "Mi scuso con il supremo governatore Burlando per aver preditoriamente insinuato che il politico più potente di Genova e della Liguria sia lui, mentre tutti sanno che sono io". E ancora: "Mi scuso per avergli attribuito ingiustamente la cementificazione della sua città e della sua regione, il piano casa tutto cemento, l'imboscamento di 8 su 10 milioni stanziati dallo Stato per l'alluvione del 2010, la piastra di cemento per parcheggi costruita a monte del torrente Fereggiano, il mega centro commerciale per 5mila persone in una zona definita dal suo stesso assessore "a rischio alluvione" dopo la tragedia del 2011, tutte quelle cose brutte le ho fatte tutte io". "Il fango sono io" - A questo punto Travaglio parla di Servizio Pubblico e della lite con Santoro: "Mi scuso con tutti per aver abbandonato lo studio di Servizio Pubblico proprio quando stavano per convincermi. Ancora dieci secondi e avrei confessato che l'alluvione l'ho fatta io". Poi la chiosa: "Il fango c'est moi", "il fango sono io". Insomma a quanto pare Travaglio non ha nessuna intenzione di fare passi indietro rispetto alle sue posizioni mostrate giovedì sera. Santoro ora cosa farà? 

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