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L'Unità, il nuovo editore Guido Veneziani: "Sarà un giornale popolare, se ho una foto della Pascale nuda la pubblico"

Giulio Bucchi
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"Se becco Francesca Pascale nuda, la pubblico". A parlare non è un paparazzo ma il nuovo editore dell'Unità, il fu giornale del Partito Comunista, un tempo grigio bollettino della sinistra e che tornerà in edicola dopo un'estate di drammatiche incertezze. Guido Veneziani, a capo di un piccolo impero editoriale che conta su testate come Miracoli, Vero e Stop (mondi lontanissimi dalla politica e dai salotti intellettuali), ci ha messo 10 milioni di suo a fronte di 30 milioni di debiti pregressi: "Ci assumeremo il nostro compito in modo importante", assicura in una intervista al Corriere della Sera. In cambio dello sforzo, però, il neo-editore vuole una Unità a sua immagine e somiglianza. Addio a elzeviri e commenti in politichese, "io voglio fare un giornale popolare, nell'accezione positiva del termine. Non sarà il Sun, naturalmente: per intenderci, non ci saranno le donne nude". A meno che non si tratti di Lady Berlusconi. Per il resto, il giornale fondato da Antonio Gramsci "si occuperà di politica e di sociale, con un linguaggio giovane, adeguato ai tempi moderni. Anche la cronaca, non nera, avrà un grande spazio". Tutti uniti con Renzi - Politicamente, il leader da seguire è Matteo Renzi. Addio D'Alema, Bersani, giovani turchi e Civati, insomma, l'Unità si affida all'uomo che di fatto ne ha decretato la fine da quando è diventato premier. "Renzi mi piace moltissimo - è l'endorsement di Veneziani -. E' bello, sveglio, ha una gran dialettica ed è uno dei pochi politici che si capisce quando parla. Ho avuto trascorsi di sinistra e giravo con in tasca l'Unità - prosegue -, ma anche il manifesto e Cuore. Ora è diverso. Lei davvero pensa che in questo Paese ci sia ancora chi si dichiara di sinistra, di centro o di destra? Ma poi: lei pensa che Renzi sia di sinistra?". Sarebbe interessante poterlo chiedere a Gramsci, o magari al prossimo direttore dell'ex quotidiano rosso, che sarà un giornalista "molto giovane, dinamico, innovatore. Non un vecchio trombone della nomenclatura".

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