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Mentana, perché lascio twitter

Il direttore del Tg la7 spiega le ragioni che lo hanno spinto a uscire dal social network ma non eslcude il ritorno

Lucia Esposito
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  Enrico Mentana, in un lungo articolo sul Corriere della Sera, spiega perché ha deciso di lasciare twitter. Una decisione che ha scatenato un vero e proprio dibattito e che ha rimesso in discussione il mondo dei social network. ll direttore del Tg La7 spiega che twitter "è uno strumento efficace di confronto, di ascolto, di informazione. E' sfidante per necessità di tempismo e concisione, È un network di socializzazione sintetica, se diamo all'aggettivo «sintetico» tutti e due i suoi significati, la misura in 140 caratteri, ma anche la riproduzione in vitro delle comunità reali. Molti tra quanti hanno un ruolo nella comunicazione, è vero, lo usano soprattutto per lanciare il loro libro o le presentazioni dello stesso, per annunciare il programma o la comparsata in tv, per linkare il loro scritto, per annunciare o smentire inintermediari, per retwittare commenti laudatori al loro libro-articolo-programma. Così come specularmente molti finti iconoclasti lo usano per attaccar briga o insultare o sfogarsi col primo che capita a tiro, soprattutto se sanno chi sono. Ma c'è anche tanta gente che ha voglia e argomenti, che vuol sapere, capire, comunicare.  I rischi Tuttavia Mentana sottolinea come twitter rischia di "essere schiacciato da una minoranza rumorosa impegnata nella diffusione di una regressiva volgarità (soprattutto, in modo impressionante, contro donne) e nelle scorribande alla ricerca del bersaglio di turno da demolire: non per le sue tesi, il che magari sarebbe salutare e proficuo, ma per mero sfizio. Quasi sempre, come ha scritto ieri Roberto Saviano su la Repubblica, «in realtà l'insultatore vuole vivere della luce riflessa dell'insultato. Mentana spiega che non è "vivibile una comunità in cui i sentimenti prevalenti sono quelli di ostilità". Condanna l'anonimato che permette a chiunque di dire qualsiasi cosa, ecco cosa scrive a proposito: "Nessuno o quasi di coloro che rendono irrespirabile tanta parte di Twitter ha un nome e cognome. Il loro unico "coraggio" sta nella violenza delle parole, la loro viltà nel nickname, lo pseudonimo col quale firmano le loro ribalderie. Come cantava Jannacci: Un bel mondo sol con l'odio ma senza l'amore, e vedere di nascosto l'effetto che fa".  Un socio in meno Mentana, quindi  ha deciso di fare un passo in meno, ha deciso si sfilarsi come si può fare "in un circolo, un partito, in un'associazione" Non esclude il ritorno ma solo quando  "elementari regole di civiltà, come quelle del mondo reale, saranno osservate anche lì, di certo ci tornerò. Il web del resto è ormai un pezzo della nostra vita. Ma proprio per questo vorrei avvertire tutti quelli che ci si sono chiusi dentro: guardate che fuori non c'è solo l'odiata torre d'avorio dei privilegiati, ci sono strade, negozi e uffici veri, giornali di carta e persone in carne e ossa. Anche tanta gente in difficoltà, che ha perso il lavoro o ha altri problemi veri: e nessuno di loro ha in mano uno smartphone. Per ora siete voi che mimate loro, non il contrario. Ed è dalla realtà che i pavidi fuggono, non da Twitter".  

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