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Veronica Lario, assegno revocato all'ex moglie di Berlusconi. Le motivazioni: "Ecco che vita faceva"

Sara Ghisoni
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Veronica Lario rovinata dalla Corte d'appello di Milano, che ha stabilito con una sentenza a sorpresa che Silvio Berlusconi non le dovrà più alcun assegno mensile. Addio, dunque, al versamento di 1,4 milioni al mese, questo in base al principio stabilito dalla Cassazione nella sentenza Grilli-Lowenstein (non conta più il tenore di vita). Ma non è tutto: l'ex moglie del Cavaliere dovrà restituire a Berlusconi la bellezza di 60 milioni di euro, 43 milioni effettivi alla luce dei conti sospesi tra i due ex coniugi. Per approfondire leggi anche: Lario, addio assegno? L'inatteso commento di Berlusconi Una mazzata. Vera e propria. Ma i giudici della corte meneghina, nelle motivazioni della loro decisione, sembrano quasi infierire sulla Lario, puntando il dito contro il suo stile di vita. Uno stile di vita che non può giustificare un simile mantenimento, come da sentenza: "Lunghe crociere ai Caraibi per almeno 4/5 settimane all'anno, estetiste, parrucchieri e personal trainer a domicilio, la frequentazione, per almeno 5 settimane all'anno, di Villa Certosa a Porto Rotondo". Questi alcuni estratti delle motivazioni, queste alcune delle ragioni che hanno spinto i giudici milanesi Maria Cristina Canziani, Pietro Caccialanza e Maria Grazia Domanico a cancellare l'assegno di mantenimento. La tesi sostenuta dal leader di Forza Italia, ritenuta poi legittima dalla Cassazione, era che l'ex moglie non avesse più diritto al mantenimento in quanto economicamente autosufficiente: “La signora Bartolina (Miriam Bartolini è il vero nome della Lario) può infatti contare su un cospicuo patrimonio, almeno 16 milioni, oltretutto costituitole interamente dal marito nel corso del quasi ventennale matrimonio, senza considerare – proseguono i magistrati – il valore dei numerosissimi gioielli avuti in dono dal marito nel corso del matrimonio che l'appellante ha valutato in decine di milioni di euro, valutazione non contrastata dalla signora Bartolini che si è limitata a osservare che non rilevano in quanto è suo desiderio destinarli alle figlie e alla futura moglie del figlio”. La parola fine a questa vicenda, comunque, non è scritta: la Lario può ancora rivolgersi in Cassazione, che però - secondo i giuristi - difficilmente potrebbe andare a contraddire quanto affermato oggi.

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