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Totò Riina, Maurizio Costanzo: "Non gli perdono di aver provato ad uccidermi insieme a Maria De Filippi"

Benedetta Vitetta
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''Nessuna reazione alla morte di Totò Riina. Un uomo anziano, malato, in carcere da molti anni. Ma non gli perdono che avrebbe potuto uccidermi, e accanto a me mia moglie e il mio autista, nell'attentato di via Fauro''. Questo il commento di Maurizio Costanzo alla morte del boss corleonese: ''Lo ripeto" aggiunge, "non gioisco certo della morte di Totò Riina. Ma non bisogna mai abbassare la guardia. Perché tutto può ricominciare''. Compiuto la sera del 14 maggio del 1993, l'attentato di via Fauro fu un'azione dinamitarda tramite l'esplosione di un'autobomba. Costanzo era in auto insieme alla moglie Maria De Filippi. I due rimasero illesi solo per un soffio: chi azionò l'ordigno schiacciò il pulsante del telecomando con qualche istante di ritardo perché aspettava il presentatore su un'Alfa Romeo 164 mentre invece comparve una Mercedes non blindata, alla cui guida era l'autista Stefano Degni. L'auto era seguita da una Lancia Thema con a bordo le due guardie del corpo Fabio De Palo (rimasto ferito) e Aldo Re (che subì lesioni legate allo choc). Nell'esplosione subirono gravi danni i palazzi di via Fauro, della vicina via Boccioni ed inoltre crollò il muro di una scuola che si trovava quasi di fronte al luogo della deflagrazione. 

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