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Ilda Boccassini retrocessa a semplice pm: lo scontro col capo Francesco Greco

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Matteo Legnani
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Le mancano appena due anni alla pensione. E rischiano di essere i più lunghi della sua carriera. Per lei e per il capo della procura di Milano, Francesco Greco. Perchè Ilda Boccassini, Ilda la rossa, proprio non si arrende al rango di semplice pm al quale è stata retrocessa e scalpita per mantenere la leadership all'interno del Pool antimafia. Dal 20 ottobre scorso, infatti, la Boccassini non è più procuratore aggiunto e capo della Direzione distrettuale antimafia, avendo terminato gli otto anni che secondo i meccanismi di turnazione della magistratura, sono previsti per quell'incarico. Finora, scrive Il Giornale, Greco l'aveva comunque provvisoriamente tenuta al suo posto all'Antimafia, in attesa del nuovo titolare. Ma ora il Csm ha nominato i nuovi procuratori aggiunti e uno di loro andrà a prendere la guida del pool antimafia che è stato della Boccassini. Greco, scrive sempre Il Giornale, aveva pensato di lasciarle la gestione delle misure di prevenzione, per esonerarla tra l'altro dalla corvè dei turni esterni e delle udienze. Ma nei giorni scorsi la stessa Boccassini lo avrebbe invitato a trovarsi un altro capo per quella sezione. Sembra, scrive il quotidiano di via Negri, che Ilda la rossa avesse chiesto a Greco di tenere per se stesso (come accade alla procura di Roma) la gestione del pool antimafia e di lasciare lei nella squadra, della quale avrebbe potuto così mantenere una leadership di fatto, se non proprio nella forma. Greco, però, avrebbe ritenuto impraticabile la soluzione. Il confronto tra i due sarebbe avvenuto anche in pubblico, nei corridoi del palazzo di giustizia milanese, con toni accesi e diversi ad alta voce. 

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