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Nicola Porro gode: "Guardate questa pagina". Disastro epocale a Repubblica. Si danno dei cretini e non se ne accorgono

Giulio Bucchi
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A Repubblica si danno dei cretini da soli e non se ne accorgono nemmeno. È caustico ma calzante il commento di Nicola Porro sulla surreale intervista del grande scrittore americano Tom Wolfe, che il 2 gennaio spiega dalle pagine del principale quotidiano salottiero de sinistra italiano perché "i radical-chic hanno tradito il popolo". Una tafazzata clamorosa. "Il politicamente corretto - è l'analisi di Wolfe - è diventato uno strumento di controllo sociale, un modo di distinguersi dai bifolchi e di censurarli, di delegittimare la loro visione del mondo in nome della morale. Ormai la gente deve fare attenzione a ciò che dice. E va di male in peggio soprattutto nelle università. La forza di Trump nasce probabilmente dall'aver rotto con questa cappa di piombo". Parla degli Stati Uniti, l'autore de Il falò delle vanità, ma sembra lo specchio della sinistra intellettuale italiana, "che si è ampiamente liberata di qualsiasi empatia per la classe operaia". "che adora l'arte contemporanea, si identifica in cause esotiche e nella sofferenza delle minoranze, ma disprezza i redneck dell'Ohio", che poi coincidono con una qualsiasi provincia profonda italiana. Wolfe, nota Porro sul Giornale, mette in croce il (bel) mondo "che sfila per l'accoglienza a Milano, non rendendosi conto di come vivano gli italiani; gli intellettuali che considerano razzisti coloro che sono contro lo ius soli; gli indignati contro il fascismo, l'orda nera della politica europea, ritenuto una seria minaccia e non più banalmente la risposta trumpiana, appunto, all'incapacità delle attuali classi dirigenti di dare una risposta ad una società e ad un mercato che stanno cambiando rapidamente". Insomma, "Evviva Repubblica - è la conclusione di Porro, da sottoscrivere - che celebra l'emblema della sua disfatta".

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