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Michele Serra e i bulli a scuola: "L'educazione dipende dal ceto sociale". Massacrato a sinistra

Giulio Bucchi
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Travolto da un mare di insulti, da sinistra. Michele Serra, firma di punta del salottino radical-chic di Repubblica e idolo dei cavialisti progressisti italiani, ha scritto L'Amaca forse più criticata di sempre. Il tema è quello della violenza nella scuola, dopo il caso del prof umiliato dai suoi studenti a Lucca: "Il livello di educazione, di padronanza dei gesti e delle parole, il rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale di provenienza". Traduzione approssimativa: i bulli sono poveracci, i poveracci sono bulli. Un sillogismo "sgradevole", come ammette Serra. Sicuramente contestabile, anche se la lettura è più ampia e arriva fino al "populismo" che, a suo dire, non significa dar voce alle istanze della "gente" spesso tagliata fuori dai centri di potere ma, al contrario, è "una operazione consolatoria perché evita di pendere coscienza della subalternità sociale e della debolezza culturale dei ceti popolari". Il linguaggio è sessantottino, il ragionamento un po' altero, ma la sostanza dovrebbe trovare d'accordo proprio chi quei ceti popolari dice di voler difendere, anzi "elevare" al livello della borghesia più illuminata. E invece, guarda un po', a prendersela con Serra e la sua rubrica su Repubblica, via Twitter, è soprattutto il popolo della sinistra. E spesso chi accusa Serra di essere il simbolo di una sinistra condannata alla sconfitta perché non sa leggere la realtà dimostra un grosso problema: quello di non saper leggere un testo e comprenderlo fino in fondo. #MicheleSerra Serra dopo anni a penzolare su l'#amaca deve aver perso un po' di contatto col mondo reale. Ecco allora in soccorso la Barella pic.twitter.com/svlai1dgC6— Senso Comune (@SensoComunePop) 21 aprile 2018 Incommentabile. In 27 anni di insegnamento ho visto di tutto e di più, ma c'è una cosa della quale sono più che sicura: a fare di un alunno un alunno maleducato è l'assenza della famiglia, non del reddito. Mah... #MicheleSerra— Sabrina (@Sa_brinaS) 21 aprile 2018 Osteggiare il populismo e scivolare nel qualunquismo. L'unica spiegazione è che fosse un'amaca anni '80. Non bullizzate #MicheleSerra, a tutti scappa qualche fesseria nella vita. #bullismo— Mariangela Mariani (@marymariani86) 21 aprile 2018 Nell'Amaca di #MicheleSerra, una volta, le posizioni politico-ideologiche tentavano di stare in equilibrio; stavolta si è manifestato per quello che è: un radical chic. Ci sono più bulli nei suoi "sdraiati" (figli di ricchi apatici), che nei "poveri e populisti" da lui descritti— Enrico Ignone (@enigblogger) 21 aprile 2018 C'era una volta la sinistra che tutelava i poveri. Poi leggi #MicheleSerra e capisci perché la gente preferisce Salvini.— Omar Marco Kamal (@omykamal) 21 aprile 2018 Dopo aver letto l'articolo di #MicheleSerra avrei solo voluto dargli una pacca sulla spalla e dirgli “certo, certo, ssshh va tutto bene”— Stefania Aversa (@stefaniaaversa) 21 aprile 2018 Quando un giornalista dice che c'è diseguaglianza sociale nell'istruzione, lo stolto pensa ancora che il '68 abbia risolto tutti i problemi.#MicheleSerra— Davide Marchetti Ⓐ (@WaWe970) 21 aprile 2018 Perché la “sinistra” sta scomparendo lo spiega bene #MicheleSerra— Alessandro (@alextredici) 21 aprile 2018

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