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Claudio Brachino, il volto calmo di Mediaset sbrocca: "Gentiloni e l'insostenibile attrazione del Pd per il potere"

Giulio Bucchi
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"Ho fatto un incubo terribile". Claudio Brachino è uno dei volti più noti di Mediaset, direttore di Videonews dall'aplomb molto british e misurato. Ma quando parla di politica e si sbilancia, sa essere cattivissimo. Come nel suo commento semi-ironico sul Giornale, che inizia con una immagine surreale e terrificante: "Eravamo nel 2022, alla vigilia dei mondiali in Qatar. Il calcio, in quanto unico rito collettivo riconosciuto, aveva già sostituito la democrazia, e dava i tempi per lo scioglimento delle Camere". Chi ci sarà allora al governo? Paolo Gentiloni, perché "le consultazioni, attraverso una ragnatela infinita di veti e combinazioni, erano diventate perenni". Gentiloni aveva gestito per anni "la cosiddetta ordinaria amministrazione, ovvero le nomine, la crisi siriana, il pericolo atomico, l'immigrazione, l'economia, la rivoluzione tecnologica". Il guaio è che dal sogno del 2022 alla realtà del 2018 la differenza è minima: "Il Pd si sta contorcendo per andare al governo con Di Maio. Ma Gentiloni - ricorda amaro Brachino - non era quello che doveva stare a palazzo Chigi solo qualche mese, il tempo per Renzi di digerire la botta referendaria? Non solo è ancora lì, ma se dovesse fallire il Pd pentastellato, forse Mattarella pensa di tenerlo lì fino alla primavera del 2019". L'unica cosa reale, a questo punto, è "la sospensione della democrazia, già inaugurata con il complotto ormai riconosciuto da tutti del 2011". "Insomma, così votare a che serve, se i perdenti potrebbero governare comunque, senza le consultazioni vere, quelle con il popolo?", si domanda Brachino. La risposta sta tutta nella "insostenibile attrazione per il Potere del Pd, insostenibile anche per il buon gusto, anche per gli italiani".

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