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Marco Travaglio: "Alessandro Sallusti delinquente e diffamatore incallito per colpa di Napolitano"

Cristina Agostini
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"L'altra sera, a Dimartedì, non ho risposto ad Alessandro Sallusti che mi dava del delinquente, diffamatore, condannato in Italia e pure "in Europa" attacca Marco Travaglio nel suo editoriale sul Fatto quotidiano perché "il mio intervento era registrato, il suo in diretta. Meglio così, altrimenti saremmo finiti - come sempre, con gli impiegati di B. travestiti da giornalisti - a parlare di me, anziché di B". Dove "B" è Berlusconi. Leggi anche: Sallusti umilia Travaglio da Floris: "Berlusconi delinquente? Sai che cosa sei tu?" "Tutto avrei immaginato nella vita, fuorché di prendere lezioni sulla diffamazione da un diffamatore incallito come Sallusti (un po' come prendere lezioni sul femminicidio da Donato Bilancia)", infierisce Travaglio. Che parla anche di "abuso di potere" da parte di Giorgio Napolitano (si riferisce alla vicenda giudiziaria di Sallusti che rischiava la galera per diffamazione) "che gli concesse la grazia parziale". Secondo Travaglio "la clemenza presidenziale può essere soltanto un atto umanitario per i condannati che abbiano scontato parte della pena e riconosciuto l'errore commesso; non certo un gesto politico che sconfessa una sentenza appena pronunciata, per giunta a vantaggio di un soggetto che insulta i suoi giudici, non fa un minuto di carcere e non si scusa con la vittima". Così Sallusti, conclude Travaglio, "prese la sua spiccata capacità a delinquere e tornò a dirigere il Giornale. E a diffamare impunemente il prossimo". Marco Manetta non si smentisce: voleva vedere Sallusti in carcere.

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