Cerca
Logo
Cerca
+

Marò, che fine hanno fatto Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

Esplora:

Maria Pezzi
  • a
  • a
  • a

I due Marò. Ricordate? L' incidente in mare del 15 febbraio 2012, al largo dello Stato indiano del Kerala. I due pescatori locali uccisi sul loro peschereccio e l' accusa per i militari italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in missione di sicurezza su una petroliera battente bandiera italiana (missione patrocinata dall' Onu, altroché "mercenari" come li dipingevano i detrattori), di aver sparato e di essere i responsabili della loro morte - accusa che i due italiani hanno sempre respinto. L' arresto, l' inchiesta indiana piena di errori e mancanze e contraddizioni, gli scontri diplomatici. La prigione, il rilascio su cauzione con obbligo di firma, il ritiro dei passaporti e il divieto di tornare in patria. Il braccio di ferro tra Italia e India durato anni, le manifestazioni nel nostro Paese per chiedere il rimpatrio dei due fucilieri, che rischiavano la pena di morte. Poi il rientro in Italia: nel 2014, a seguito di un ictus, viene concesso a Latorre di tornare. Un paio d' anni dopo, nel maggio 2016, stessa decisione per Girone. Ma dove sonofiniti? Che cosa fanno? Massimiliano Latorre, fuciliere del Battaglione San Marco, tempo fa ha lasciato la caserma Carlotto di Brindisi per servire come capo di prima classe la Marina militare a Roma. Salvatore Girone, secondo capo della Marina Militare, in Italia da un paio di anni, è tornato a lavorare e a vivere a Bari insieme alla moglie Vania Ardito e ai loro due figli adolescenti. Da città diverse, come detto, entrambi i due marò attendono dunque in patria la fine dell' arbitrato internazionale, quando la Corte dell' Aja sentenzierà su chi, tra Italia e India, detiene la giurisdizione sul caso che li vede coinvolti. Un pronunciamento atteso per la fine di quest' anno - si è parlato del 22 ottobre.  E dunque oggi, a distanza di sei anni e quattro mesi da quella drammatica vicenda, i due fucilieri cercano di lasciarsi alle spalle quei momenti difficili aggrappandosi al presente fatto di normale quotidianità perduta, di cerimonie e feste da dividere con gli amici della Brigata San Marco, di post sui social, e persino di eventi di beneficenza. In effetti, piuttosto problematico è stato il ritorno alla quotidianità per Massimiliano Latorre, soprattutto a causa di delicate vicende familiari, Nel 2016 la pubblica dichiarazione da parte della figlia Giulia, 22 anni, della sua omosessualità, e l' ammissione che «con papà non ci parlo». Nel 2017 la moglie Rosalba Ancona, dunque tre anni dopo il rientro del militare a Bari per il malore accusato in India, ha poi chiesto il divorzio, accusandolo anche di non pagare gli alimenti e di essere un padre assente nei confronti dei suoi tre figli. Per approfondire leggi anche: Le tremende accuse della moglie di Latorre La vicenda ha avuto molto clamore mediatico, ma oggi Latorre vive pubblicamente la storia d' amore con la sua nuova compagna e ne pubblica tranquillamente le foto su Facebook.  Dal canto suo, Salvatore Girone sarà in campo ad Andria domenica prossima, per un evento benefico: una partita di calcio tra la nazionale jazzisti e le vecchie glorie calcistiche del Bari e dell' Andria. Il ricavato verrà devoluto all' Asfa Puglia, l' associazione che opera a favore dei ragazzi affetti da autismo. In un video postato su Facebook, leggermente "appesantito", Girone pubblicizza con entusiasmo l' evento e invita i concittadini a partecipare numerosi. «Non sono mai stato un bravo calciatore, mi sono sempre limitato a qualche partitella con gli amici - ironizza il fuciliere, - ma partecipo volentieri a questo incontro benefico e spero venga più gente possibile. Io sono genitore e comprendo le difficoltà che hanno avuto queste mamme e papà che non sono stati fortunati come me. Oltre all' associazione per l' autismo, ho dato il mio contributo partecipando ad eventi come quelli organizzati dai clown che vanno negli ospedali. È bello vedere tanta gente che sostiene certe iniziative. Ho visto poi alcuni ragazzi down esibirsi a teatro e fare cose bellissime, inimmaginabili». Girone torna inevitabilmente con la mente a quei mesi bui passati a Nuova Delhi. Con lui, a tenergli compagnia e a rendere meno pesante il soggiorno forzato in India, racconta, c' era il suo cane Argo, un golden retriever che per mancanza di documenti era stato trattenuto in India quando il suo padrone aveva finalmente raggiunto l' Italia. «Ci penso, alla sentenza del 22 ottobre prossimo, e sinceramente non vedo l' ora di liberarmi». Confida poi che non sente il collega Latorre da mesi. «Ora che c' è stato un altro cambio di governo, e che ormai siamo alla fine di questa fase arbitrale, non ci resta che sperare che vengano seguiti tutti i percorsi giusti. Intendo dire dal punto di vista politico, diplomatico e giudiziario». Di quei lunghi anni ricorda ogni momento. «È stata dura - chiosa Girone -, molto dura. Me lo lasci dire, si è trattato di una grande messa in scena. Anche adesso non vediamo l' ora di venire a capo di questa vicenda, per sentirci finalmente liberi. Io sull' epilogo ho fiducia relativamente, perché ho imparato a essere prudente. Non sai mai come vanno a finire queste cose, le sorprese sono dietro l' angolo».  La moglie Vania Ardito lo scorso febbraio ha pubblicato su Facebook un post per ricordare il giorno in cui iniziò la disputa internazionale tra Italia e India. Uno sfogo consentito forse più a lei che al marito, vista la vicenda giudiziaria ancora aperta. «Sono trascorsi sei anni, con dignità, dolore e libertà personale limitata e vincolata da una grande ingiustizia», ha scritto, spiegando che nonostante il tempo trascorso «noi restiamo fermi ancora al 15 febbraio 2012 quando questa brutta storia ebbe inizio». di Simona Pletto

Dai blog