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Niccolò Bettarini, la drammatica confessione dopo le pugnalate: "Mia mamma è stata malissimo, mio padre..."

Giulio Bucchi
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A quasi un mese dall'accoltellamento, Niccolò Bettarini è un "sopravvissuto". Ripartirà dal calcio e dalla Triestina, ma la brutale aggressione che ha subito il 2 luglio fuori dalla discoteca Old Fashion di Milano non potrà mai dimenticarla. "Lo rifarei ancora e ancora. Per un amico combatterò sempre. Mentirei se ora dicessi che quel gesto avventato che poteva costarmi la vita me lo potevo anche evitare!", spiega orgoglioso alla Gazzetta dello Sport, a proposito del branco di violenti che ha aggredito prima un suo amico, poi lui e una sua amica, Zoe. "Erano dieci, ho tentato di difendermi e parare i loro colpi. Mi ricordo di essere caduto a terra. Volevano la mia vita, mi era chiarissimo. Sono tutte persone che hanno un passato di crimini e risse". Leggi anche: Simona Ventura, prima foto dopo il dramma. La insultano così Il peggio  è passato, resta il grande dolore dei suoi genitori, Stefano Bettarini e Simona Ventura. "Nessun genitore merita di ricevere la telefonata che loro hanno ricevuto. A volte l'epilogo può essere differente e quel dolore è inaccettabile per chi ti mette al mondo". La Ventura era a Catanzaro e l'ha potuto sentire solo per telefono: "Più che delle parole ho sentito un pianto liberatorio. E più che dolore ho sentito un sollievo, la gioia di parlarmi prevaleva sul resto. Vedermi poi l'ha rassicurata, so che ha passato delle ore terribili, a pensare al peggio che poteva accadermi. È stata malissimo e questo mi strazia. Mio padre non si era mai fatto vedere piangere in tutta la nostra vita insieme, appena è entrato in ospedale non è riuscito a trattenere le lacrime. L'ho sempre visto come un uomo forte, per la prima volta mi è apparso fragile. Ma questa esperienza ci ha avvicinato ancora di più".

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