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Sergio Marchionne, il retroscena sulla malattia: "Perché l'ha nascosta a Elkann", una scelta straziante

Giulio Bucchi
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Un drammatico segreto, custodito per un anno da Sergio Marchionne insieme ai famigliari, la compagna Manuela Battezzato e ai medici della clinica di Zurigo, dove è morto la mattina del 25 luglio. Loro, e solo loro: Fiat Chrysler e John Elkann erano all'oscuro della "grave malattia", un sarcoma alla spalla, che aveva colpito da mesi il Ceo di Fca e che lo aveva costretto a continui controlli e cicli di cure in Svizzera. Un problema non a poco, per il gruppo italo-americano, visto che la vicenda è passibile di inchieste incrociate di Consob e Sec nel rispetto delle leggi che in Italia e Usa impongono alle aziende la massima trasparenza anche sulle condizioni di salute dei loro vertici.  Leggi anche: "Marchionne in cura da un anno", la bomba di Zurigo su Fca Marchionne, spiega Repubblica, avrebbe invece scelto di tacere, per motivi molto umani. "Probabilmente - scrive Paolo Griseri  - sperava che la malattia gli desse ancora un po' di tempo. Per chiudere il piano industriale e lasciare Fca nei tempi previsti (nel 2019, ndr). Magari per riuscire a vincere, da presidente Ferrari, il mondiale di Formula uno. Aspirazioni umane, soprattutto per chi è sempre stato abituato a superare con la volontà le difficoltà più grandi". Un piano organizzato da tempo e precipitato nel giro di pochi giorni, e una scelta, quella del silenzio, che ora grava sulle spalle della famiglia e dei responsabili della clinica svizzera.

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