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Corona, lo scrittore vipche gode per le sfighedei suoi simili a Cortina

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Fa il montanaro pauperista. Ma pubblica i suoi libri con Mondadori perchè lo paga il triplo

Matteo Legnani
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Di fronte alla stessa imprevedibile notiziona (pioggia e neve al Nord, blackout a Cortina) Corriere e Repubblica hanno pensato di rivolgersi allo stesso commentatore, il montanaro pauperista Mauro Corona, uno scrittore-alpinista secondo il quale si salveranno solo quelli che sapranno accendere un fuoco e condurre un gregge e fare il formaggio. Nell'attesa, ha venduto lo stesso pecorino ai due quotidiani. Sul Corriere: «Accendere un fuoco: le cose semplici dimenticate». Su Repubblica: «Dietro le candele». Il simpatico sbevazzone spiegava che «senza luce e senza riscaldamento le parole ricominceranno a scorrere tra di noi», anche se non è chiaro con chi parlasse, visto che accennava alla «luce di una candela nelle mie notti solitarie di fine anno». Una seratona, ovviamente «spenta la televisione e le mille tecnologie che creano solo stress... Dostoevskij non aveva bisogno di altro». Dostoevskij nacque nel 1821 e non aveva un sito internet come Corona: oggi? «I più giovani non sanno neppure accendere un fuoco». Già, mentre i cinquantenni sono notoriamente esperti in pietre focaie. Del resto «nessuno viaggia più in auto con una pila e un sacco a pelo rischiando, se viene travolto da una tempesta di neve, di non tornare a casa». Già, soprattutto se vive a Crotone e non - come Mauro Corona - a Erto e Casso.  Ma resta un sincero poeta, Corona: «Pubblico i libri con Berlusconi», disse due anni fa, «perché mi paga il triplo». di Filippo Facci

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