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Schumi ad un mese dall'incidente non dà risposte

Micheal Schumacher

simone cerroni
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Ogni giorno potrebbe essere il giorno del suo risveglio. Ogni giorno ci si aspetta un cenno di vita di miglioramento. Ma ad un mese dall'incidente  di Michael Schumacher sulle nevi di Meribel, lo scorso 29 dicembre mentre attraversava con gli sci un breve tratto di fuori pista sulle alpi francesi, il suo cervello non dà le risposte sperate, immerso in un sonno innaturale.  L'equipe medica - Dal sonno artificiale alla alla autosufficienza celebrale. Ogni mattina, da due settimane a questa parte, i medici cercano di stimolare dolcemente il corpo del campione delle quattro ruote con della ginnastica passiva e, soprattutto, il suo cervello. Si sforzano di ricondurlo ad un autonomia, provano a staccare le macchine che sostituiscono le sue funzioni vitali e riducono prgressivamente i sedativi che gli permettono di stare in quel limbo tra vita e morte. Tutti i tentativi hanno dato fumata nera e le macchine hanno continuato a svolgere le loro azioni quotidiane su Michael.       Un mese dall'incidente  Guarda le foto   Trenta giorni sono pochi per capire - "No, non è passato già un mese. E' passato soltanto un mese". Così il professor Maurizio Fornari, primario di Neurochirurgia all'Istituto Clinico Humanitas di Milano, ristabilisce la corretta prospettiva medica. "Un mese è troppo poco tempo per un trauma come quello subìto da Schumacher. Difficile che possa toprnare esattamente quello di prima, ma può tornare a svolgere una vita normale. Comunque devono passare due o tre mesi èper valutare le conseguenze". I tempi brevi potranno invece portare alla luce solamente l'inchiesta riguardo la dinamica dell'incidente. E' attesa per metà febbraio e probabilmente scagionerà la società di gestione delle piste, dal momento che Schumi cadde sciando al di fuori dei tracciati segnati.  Il sostegno dalla pista - Oggi, 28 gennaio, a Jerez de la frontiera, in Spagna, per i primi test stagionali della Formula 1, la nuova freccia argento della Mercedes, ultima scuderia del pilota, correrà con la scritta "keep fighting Michael" e "forza Michael". Lui, però, dal suo letto nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Grenoble, non le vedrà né sentirà nulla.  La Famiglia - Oltre che dalla pista naturalmente il sostegno arriva quotidinamaente dalla moglie Corinna Schumacher e i famigliari. La famiglia, come viene riportato nell'ultimo comunicato, è molto soddisfatta del lavoro dei medici che ogni giorno lavorano nonostante il coma del campione. Corinna, invece, ogni arriva dalla Svizzera al capezzale del marito e ogni sera riparte per tornare dai figli adolescenti, Gina-Maria e Mick.       

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