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Grillo vieta i talk show ai suoi: "In tv perdiamo credibilità"

Il leader del Movimento 5 Stelle ammonisce: "Andare in televisione ci fa perdere voti. Non dobbiamo omologarci con le vecchie mummie"

Pruneddu Pietro
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Dopo il grande risultato delle urne, Beppe Grillo affila le armi in vista dei ballottaggi e detta le linee guida per i suoi candidati. Un post, pubblicato nel suo blog, suona come un ammonimento ma anche come un ordine da eseguire alla lettera. "Partecipare ai programmi tv fa perdere voti e credibilità all'intero movimento", ha scritto il comico genovese. "Chi partecipa ai talk show deve sapere che d'ora in poi farà una scelta di campo". Il riferimento è senz'altro alla presenza di Federico Pizzarotti (candidato a Parma) e Nicola Fuggetta (candidato a Monza) nel programma di Lilli Gruber su La7 e di Paolo Putti (estromesso dal ballottaggio a Genova per un punto) ospite a Ballarò.  Un diktat netto - I tre esponenti grillini sono avvisati. "Se il Movimento 5 Stelle avesse scelto la televisione per affermarsi, oggi sarebbe allo zero qualcosa per cento. Partecipare ai talk show fa perdere voti e credibilità non solo ai presenti, ma all'intero Movimento". La linea tracciata dal leader è chiara: "Nei talk show il dibattito avviene con conduttori di lungo corso e con le mummie solidificate dei partiti. C'è l'omologazione con il passato. Che senso ha confrontarsi con Veltroni o con Gasparri in prima serata? Più che spiegarlo e ribadirlo non posso fare". Insomma un messaggio che sembra ammettere poche repliche.  Putti reagisce - Questa mattina Paolo Putti ha replicato a Omnibus: "Grillo non è un leader ma una persona che ha messo a disposizione risorse e intuizioni e che fa da megafono al Movimento nelle città e in rete. Nel Movimento esiste uno staff formato anche da tecnici, professori universitari, professionisti, docenti, che discute dei contenuti e poi Grillo fa da megafono in rete usando anche delle provocazioni".    

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