Il figlio è bullizzato, i genitori si fanno giustizia da sè. Mazzate agli aguzzini. Immagini forti
Allarme secondo turno
L'hanno chiamata rivoluzione, addirittura c'è chi dice che dai ballottaggi del 21 maggio sia nata la Terza Repubblica. Se così fosse, sarebbe una Terza Repubblica per pochi. Quelli che sono andati a votare al secondo turno sono stati la minoranza o quasi, con un'astensione in clamoroso aumento. La percentuale degli aventi diritto al voto che si è recata alle urne è stata del 51,3%, contro il 65,3% di due settimane fa. In Sicilia, il crollo è stato ancora più vistoso: al primo turno hanno votato il 67% degli aventi diritto, al secondo turno appena il 47,4%, meno di un elettore su due.
Poco rappresentativi - In base a questi dati, occorre rileggere anche la rappresentatività dei sindaci usciti alle urne. A Rieti Simone Pietrangeli rappresenta realmente il 41,36% degli elettori, a Parma il grillino Pizzarotti il 36,84% (e non il 60% formale), a Isernia De Vivo il 36%, a L'Aquila Massimo Cialente il 34,35%, a Frosinone Ottaviani il 33,02%, a Cuneo Borgna il 32%, a Como Licini, artefice del ribaltone del centrosinistra, il 31,98%, a Piacenza Dosi il 31,4%, Tambellini (a Lucca) il 31,3% e Stefano a Taranto il 30,10%. Ancora peggio Massaro a Belluno (29,5%), Brignolo ad Asti (29,32%), Maria Rita Rossi ad Alessandria (28,64%), Scanagatti a Monza (27,97%), Luigi Nicola Riserbato a Trani. Caso limite a Genova, con il vendoliano Marco Doria sindaco per il centrosinistra con appena il 19% degli elettori reali. Un dato, quest'ultimo, clamoroso. Ma su 16 sindaci eletti solo 5 sono stati scelti almeno da un elettore su tre.
Cattive notizie per il Pd - Sono elezioni comunali e non politiche, ma il messaggio è chiaro. Il doppio turno che tanto piace al Pd per l'eventuale legge elettorale è un sistema che forzerebbe il premio di maggioranza assai più del Porcellum, perché elegerebbe premier assai poco rappresentativi, proprio come questi sindaci. Sbagliato basarsi su questo ultimo turno? Basta dare un'occhiata ai risultati plebiscitari di un anno fa a Milano e Napoli. Giuliano Pisapia ha raccolto il 37,13% "reale", Luigi De Magistris solo il 33,06 per cento.
i più letti
Condividi le tue opinioni su Libero Quotidiano
Commenti all'articolo
spalella
22 Maggio 2012 - 15:03
Il sindaco è un amministratore, non un capopolo o un capomafia, e prende lo stipendio da tutti e fà il bene o il male di tutti. Quindi un sindaco è AMMINISTRATORE DI TUTTI. Il concetto che il voto legittimi ANCHE le bestialità dell'eletto è roba da incivili, così come è da incivili pensare che i voti siano più importanti DEL DARE PROVE CONCRETE E POSITIVE COME E' IMPLICITO COMPITO. Io lo assumerei tra i managere privati il sindaco, e lo licenzierei non appena il bilancio non fosse del tutto soddisfacente o la cittadinanza si sentisse abbandonata civilmente e socialmente. E SONO SICURO CHE SINDACI ASSUNTI SAREBBERO MOLTO MA MOLTO MEGLIO DELLE BESTIE CHE LA POLITICA CI TIRA ADDOSSO COME SUOI CANDIDATI IMPOSTI.
Report
Rispondi