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Pdl, ecco cosa ha in mente Berlusconi

Il Cavaliere vuole asfaltare tutte le cariche e ricostruire il partito. Leggi tutte le ipotesi per la rifondazione. Il pallino è la lista civica

Andrea Tempestini
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Silvio Berlusconi vuole rifondare il Pdl. Vuole ripartire da zero. Asfaltare tutto per poi ricostruire. Il 2 dicembre ci sarà l'assemblea straodinaria, Silvio ha scelto questa data fortemente simbolica: contemporaneamente al secondo turno delle primarie del Pd, il partito delle libertà deciderà il suo futuro, quello del suo fondatore e anche di tutti quelli che, adesso, restano sospesi, come tra parentesi. Cosa ha in testa il Cavaliere? Se lo chiedono in tanti. Gli avversari di centrosinistra, prima di tutti. Ma anche gli iscritti al partito, i dirigenti, gli ex An. Molti pensano, tremando, alla loro poltrona, mentre Berlusconi sta pensando alla nascita di un nuovo soggetto politico. Che forma potrebbe prendere il partito che nascerà dalle macerie di questo Pdl diventate ancora più alte dopo lo scandalo del Lazio che ha portato alle dimissioni della governatrice Renata Polverini? L'unica certezza è che il Cavaliere pensa a qualcosa di molto diverso rispetto a quello che è - anzi a quello che è diventato - il partito delle Libertà, chi gli ha parlato dice che nel simbolo sarà quasi certamente scritto "centrodestra italiano".  Lista civica - "Miro a un progetto che mi faccia ottenere il miglior risultato possibile", avrebbe confidato Berlusconi in privato. L'ipotesi è quella che trasformi il partito in una lista civica allargata a tutta l'area moderata, o in auna Forza Italia 2.0. Ovviamente la riorganizzazione, la Rifondazione, travolgerà gli organismi dirigenti perché non basterà solo cambiare nome e simbolo e perché nelle condizioni in cui si trova adesso il Pdl (è tra il 15% e il 19% dei consensi) non c'è spazio per la conservazione. Bisogna distruggere per ricostruire. Ed è proprio questo che fa tremare. Si era parlato dello spacchettamento  tra ex aennini ed ex forzisti, ma pare che anche questa ipotesi sia stata accantonata. Il nuovo Pdl dovrebbe essere quello che voleva essere nel '94 Forza Italia, un partito snello, leggero, stile americano ma allo stesso tempo molto capace di radicarsi sul territorio. Resta poi aperto il nodo della candidatura che l'ex premier potrebbe sciogliere proprio il due dicembre su cui incombe lo spettro della sentenza Ruby da una parte e la riforma della legge elettorale dall'altra.  Il vento del cambiamento - I piani di Silvio sono segreti, forse nemmeno i fedelissimi hanno le idee chiarissime. Eppure che tutto stia per cambiare è certo. Lo confermano, più o meno direttamente, in molti. Per esempio Maurizio Lupi, che spiega:" Da due mesi abbiamo iniziato con Alfano e Berlusconi un lavoro vero di innovazione. Non si tratta di cambiare i nomi ma di rifondare il partito sulla base di una proposta politica nuova che torni a dialogare con la società". E ancora: "Il nome 'Centrodestra Italiano' a me piace molto, vediamo se sarà preso". Insomma, il nome negli ambienti del partito circola eccome. Secondo la fedelissima del Cav, Nunzia Di Girolamo, "Berlusconi con la sua solita genialità ha capito che il Pdl è stato un esperimento da laboratorio che non è riuscito. Il Pdl va ripensato e ci aspettiamo un'altra delle sue idee, non necessariamente un Predellino ma qualcosa che ci faccia uscire da questo stato di stallo". Secondo la Di girolamo "bisogna pensare a un partito più leggero e moderno". A una lista civica, magari. Tranchant, infine, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che con Berlusconi ha, da sempre, un rapporto piuttosto vivace: "Il Pdl va azzerato per avere un vero rinnovamento e senza quel rinnovamento il centrodestra può scomporsi". Maggiore cautela - Ma c'è anche chi, soprattutto nella vecchia guardia, osserva con maggiore sospetto la situazione fluida in cui naviga il centrodestra. Per esempio Fabrizio Chicchitto, più cauto: "Tutto a mio avviso è possibile, tranne che un partito che, comunque, in entrambi i suoi filoni fondamentali è l'espressione di una storia drammatica e seria che dura da vent'anni, venga sciolto con il titolo di un giornale". Poi Cicchitto avverte che "il termine rottamare  è stato usato nel Pd e adesso viene adottato ai più vari livelli anche nel PdL, ma bisogna evitare di buttare via insieme all'acqua sporca". Quindi Maurizio Gasparri, secondo il quale "per il Pdl servono più decisioni che riunioni. Alfano ne ha proposte di concrete a Berlusconi. Le attuino. La politica è azione e non dissertazione, ed in questa fase deve essere soprattutto rigore morale, tema ineludibile all'interno di tutte le forze politiche".

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