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Bersani vuole Renzi ministroIl rottamatore lo sbertuccia:"Niente premi di consolazione"

Renzi e Bersani

Il leader Pd annuncia: "Non mi ricandido alla segreteria". Poi tende la mano a Matteo, che la rifiuta: "Se perdo alle primarie darò una mano, ma niente poltrone"

Ignazio Stagno
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Pierluigi Bersani si fuma il toscano. Ma stavolta non è il sigaro. Stavolta Pierluigi prova a fumarsi Matteo Renzi (che risponde picche). A poche settimane dalle primarie non resta molto tempo. E il camper del giovane rampollo di palazzo vecchio che scorazza per tutta Italia fa innervosire il segretario. E allora che fare? Bersani si butta sull'ultima spiaggia e prova a imbarcare Renzi in un eventuale governo targato Pd. "Le primarie sono per scegliere il candidato premier, non per fare bilanci e bilancini. Io, come penso Renzi, non parto dal presupposto che il giorno dopo dobbiamo aggiustare le cose. Ma non ho remore ad immaginare che chi vota Renzi, Renzi stesso, poi possa essere utile al paese'', ha spiegato il segretario democratico.  Renzi: "Non faccio il ministro" - La frase è equivoca. Se "Renzi stesso" può essere utile al paese non può che esserlo in un ruolo di comando, o di rilievo. Bersani, dunque, ha ormai buttato giù le carte e prova a "normalizzare" il nemico più preoccupante, cercando di addomesticarlo con un'offerta di quelle che non si possono rifiutare (un ministero? un ruolo di spicco nel prossimo esecutivo? Così la frase del segretario è stata interpretata dai più). Ma a tagliare corto ci ha pensato il rottamatore, che evitando i giri di parole e gli esercizi lessicali di Bersani è andato dritto al cuore della discussione: "Lo ripeto ancora una volta. Se noi perderemo le primarie saremo leali con chi le ha vinte. Staremo quindi al fianco di chi ha vinto, senza liste né giochi strani. Però io non farò né il ministro, né il sottosegretario, né il parlamentare. Credo infatti - ha aggiunto Renzi - che chi perde le primarie debba dare una mano a chi ha vinto, ma senza premi di consolazione". Addio alla segreteria - Dopo la "proposta indecente" al suo diretto concorrente, Bersani ha poi chiarito il suo futuro da segretario del pd: "Comunque vadano le cose in ogni caso io resto segretario fino al prossimo congresso del Pd, nell'ottobre 2013. Le primarie, che non c'entrano con il congresso del Pd, sono fatte da tutti i progressisti per scegliere il candidato alla guida del governo del paese. L'anno prossimo ci sarà il congresso del Pd in forma apertissima e la notizia è - ha concluso - che io intendo finire li". No a un nuovo mandato come segretario del Pd, dunque. Anche su questo argomento, puntuale, è arrivata la battuta di Renzi: "Mi sembra che questa cosa Bersani l'abbia già detta"...

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