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Bologna, la Salsi parla fra gli applausiGrillo si infuria: "Non siamo all'asilo"

Ieri sera i dissidenti si sono riuniti e hanno dato vita ad uno sfogo collettivo. La Salsi grida fra gli applausi: "Fiera di andare in tv, noi siamo le istituzioni"

Ignazio Stagno
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La riunione dei dissidenti - ll Movimento cinque stelle comincia ad assomigliare ad una torre di Babele. Poi c'è un leader che tenta in tutti i modi di imporre le sue regole mentre gli attivisti scalpitano per conto loro. La riunione dei grillini, ieri sera a Bologna è stata un test importante per capire chi sta dalla parte di Federica Salsi e Giovanni Favia e chi invece sta dalla parte di Grillo. Ebbene l'intervento della grillina da talk show è stato accolto da rumorosissimi applausi dei grillini bolognesi. "Non mi pento di essere andata in televisione. Credo che sia importante parlare del nostro lavoro. Grillo è il megafono, un punto di riferimento per tutto il movimento. Ma noi siamo nelle istituzioni, nel territorio, ed è giusto che la gente sappia cosa facciamo", ha dichiarato la Salsi. E menter lei parlava a Bologna Giovanni Favia faceva la stessa cosa nella sua Ferrara. "In attesa di sbarcare a Roma con i nostri parlamentari abbiamo bisogno di una sponda per alcune nostre interrogazioni: ho raccolto la disponibilità di Barbato, ovviamente su singole battaglie non rinviabili al dopo elezioni", ha affermato il consigliere regionale. La reazione del leader - Ma a Beppe Grillo gli applausi di ieri sera non sono proprio andati giù. E Beppe prova a riprendere in mano la situazione questa mattina. "Loro- scrive Grillo sul suo blog – insistono con la fiducia a questo o a quell'altro esponente del M5S data con l'applausometro o con il voto per alzata di mano di poche decine di persone, la cui iscrizione al M5S non viene certificata formalmente. I ragazzi del M5S da sempre si riuniscono per discutere con i loro portavoce, ma la fiducia va gestita in modo formale. Non siamo all'asilo mariuccia, cari pennivendoli". Insomma Grillo attacca con una sola dichiarazione i suoi attivisti rumorosi e i soliti giornalisti. Ormai sembra un disco rotto. Peccato però che le acclamazioni dei vari "Vaffa Day" andavano bene. Quelle ai grillini democraticamente eletti no.  La remissione del mandato - Infine Beppe Grillo torna sulle regole del movimento e sulla clauola che fa tanto discutere della remissione periodica del mandato da parte di tutti gli eletti a tutti i livelli del M5S. "Il consigliere, il sindaco o il parlamentare non ha alcun obbligo di rimettere il mandato periodicamente (ad esempio ogni sei mesi). Nel caso questo avvenisse deve essere preceduto da un'informazione pubblica e dettagliata del suo operato sul portale del M5S con una votazione estesa a tutti gli iscritti del Comune e della Regione di rifermento, o dell'intero corpo elettorale in caso del Parlamento".

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