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Gelmini: "Così Silvio riconquisterà il voto delle donne"

L'ex ministro: "Welfare per l'infanzia e conciliazione lavoro-famiglia: il Cav vincerà"

Eliana Giusto
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di Tommaso Montesano  «Silvio Berlusconi saprà riconquistare la fiducia delle donne. E vincerà anche grazie a loro». Onorevole Mariastella Gelmini, è sicura? Non è forse proprio il voto femminile, alla luce del processo Ruby, il tallone d'Achille del Cavaliere?  «La sua storia dimostra che Berlusconi, da imprenditore e da politico, ha sempre valorizzato le donne. Certo, la sua immagine è stata colpita dalle polemiche sul “bunga bunga”. E anche se gran parte delle accuse sono infondate e strumentali, ha fatto bene a chiedere scusa». E basta questo per recuperare il gap in vista delle elezioni? «Certo che no. Le donne si aspettano risposte concrete dalla politica. E non false enunciazioni né vaghe promesse. Noi intendiamo mettere la questione femminile al centro del nostro programma, per questo stiamo studiando come recuperare risorse da destinare ai bisogni delle donne che lavorano e che sono anche madri di famiglia». Che serve, allora? «Servono soldi da destinare a quella che in gergo si chiama conciliazione dei tempi tra lavoro e famiglia». In concreto? «Manca un welfare per l'infanzia. Il nostro Paese è sotto la media Ocse sulla percentuale del Pil destinata agli asili nido per bambini da zero a due anni, alle politiche per la natalità e a quelle per l'occupazione femminile e per la lotta alla povertà infantile. Vogliamo invertire la rotta avanzando progetti concreti e lo faremo indicando le rispettive coperture».  Fatto sta che l'immagine di Berlusconi presso l'elettorato cattolico è appannata. «Da cattolica, ricordo che la golden share nel centrosinistra è di Nichi Vendola. Le cui posizioni sulla famiglia e sulla difesa della vita sono agli antipodi rispetto a quelle della Chiesa. Il Pdl resta il punto di riferimento per la difesa dei valori cristiani. È la nostra storia a dimostrarlo». Non teme la concorrenza del centro, magari rafforzato dall'arrivo di Mario Monti? «Il duello sarà ancora tra Berlusconi da una parte e la sinistra, rappresentata dal duo Bersani-Vendola, dall'altra». Ma il centro potrebbe ricevere l'appoggio del premier. «Davvero Monti condivide l'ambizione di far parte del centrino di Pier Ferdinando Casini? Un conto, per lui, sarebbe quello di fare il federatore dell'intera area moderata. Altro di perdere la sua terzietà a favore di un progetto che avrebbe come risultato quello di dividere ulteriormente l'area moderata scomponendo il bipolarismo diventando, di fatto, l'eventuale stampella della sinistra. Se fosse così, Monti farebbe bene a restare fuori dalla contesa». Il cammino sembra in salita anche sul fronte dei consensi al nord. «Il nord soffre la crisi, l'aumento della pressione fiscale e della disoccupazione nonché il calo dei consumi. Ma agli imprenditori chiedo: vi fidate più di Berlusconi o del ticket Bersani-Vendola che introdurrà la patrimoniale, aumenterà la spesa pubblica e farà crescere, di conseguenza, la pressione fiscale? Non credo abbiano dubbi». D'accordo i limiti di Bersani e Vendola. Ma voi cosa proporrete per recuperare il sostegno di chi non vi vota più? «Presenteremo un pacchetto di misure rivolte a chi fa impresa. Una piattaforma per la ripresa e lo sviluppo». Non vorrà limitarsi al solo effetto annuncio... «Intendiamo rivedere, se vinceremo le elezioni, la riforma del mercato del lavoro varata dal governo Monti. Vogliamo ridurre ulteriormente il costo del lavoro e accentuare la flessibilità. E dare certezze a chi investe in Italia». Obiezione: ma queste riforme non potevate farle voi, quando eravate al governo? «Dobbiamo fare autocritica. Spesso abbiamo scelto di mediare bloccando, così, il cammino delle riforme. Se vinceremo, non accadrà più. Anche perché puntiamo a cambiare radicalmente anche la politica fiscale». In che modo? «Innanzitutto distinguendo tra chi è costretto a evadere per pagare i propri dipendenti e chi froda il Fisco deliberatamente. E poi basta con la spettacolarizzazione mediatica dei blitz dell'Agenzia delle entrate». Secondo i sondaggi, dopo il ritorno sulla scena del Cavaliere il Pdl è cresciuto di tre punti e mezzo. In quanto tempo pensate di colmare il divario? «La rimonta è iniziata. Nelle prossime due settimane contiamo di raggiungere il 20% e da lì proseguire nel recupero fino a rovesciare il pronostico. La partita è più che mai aperta e le reazioni scomposte della sinistra sono lì a dimostrarlo».

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