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Franco Frattini, il giallo sul libro di chi nel Pdl voleva tradire Berlusconi

Andrea Tempestini
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A volte ritornano. Per esempio Mario Monti e la breve, e tassarola, parentesi del montismo. Qualche settimana fa gli articoli di Alan Friedman sui magheggi di Giorgio Napolitano per dirottare il Professore a Palazzo Chigi hanno fatto tornare in auge il Professore stesso, che al contrario dai radar della politica è sostanzialmente sparito (resiste in Parlamento, ma il suo partitino iper-frantumato viene accreditato di percentuali simili a quelle di Gianfranco Fini ai tempi di Fli, per intendersi). Oggi è un altro retroscena di stampa, quello scritto da Francesco Verderami sempre sul Corriere della Sera, a far tornare d'attualità Mario Monti. Ma in una chiave differente. In una "chiave azzurra". Cav e Prof - Riavvolgiamo il nastro fino ai tempi del suo governo. I più attenti ricorderanno, dopo l'ascesa a Palazzo Chigi, le aperture di credito da parte di Silvio Berlusconi, lo stesso Cavaliere che, successivamente, si spinse fino ad offrire a Monti la leadership dei moderati (leadership rifiutata). Come poi siano degradati i rapporti tra Cav e Prof lo sanno tutti, è storia. Quelle iniziali attenzioni, quella iniziale fiducia riposta da Berlusconi in Monti, era supportata anche da un frangia del Pdl che - e anche questa è cronaca - in un modo o nell'altro, più o meno esplicitamente, si espose a favore del Professore. Il "golpe azzurro" - Quello che però ancora non è noto, però, è che ci fu un vero tentativo di "tradimento" del leader Silvio. Secondo quanto racconta il Corsera, infatti, diversi falchi guardavano a Monti proprio per far fuori Berlusconi. Più che il Corsera, in verità, a svelarlo sarebbe l'ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, che secondo Verderami, da tempo, medita di scrivere un libro per raccontare una nuova verità su quella stagione politica. La verità, appunto, su quella "infatuazione" per Monti di esponenti del Pdl che "in seguito si sarebbero definiti falchi e lealisti berlusconiani" ma che, al tempo, tifavano per il "golpe azzurro" del Professore. Il Cavaliere sarebbe molto interessato a leggere le bozze del libro di Frattini, e stando a quanto scrive il Corsera sarebbe anche interessato a pubblicarlo. Frattini, però, in parte smentisce. Lo fa su Twitter, dove scrive: "Apprendo dalla stampa che starei per scrivere un libro. Per la cronaca, non ho tempo e non mi appassiona il soggetto". Quei messaggini... - L'ex titolare della Farnesina, negli ultimi mesi del 2013, avrebbe confidato all'amazzone Michaela Biancofiore, berlusconiana di ferro, di avere "succose" informazioni sui (passati) traditori. La Biancofiore poi informò il Cav, e così la tentazione di mettere nero su bianco quel libro si sarebbe fatta via via più forte. Nomi e cognomi dei quasi-traditori, dunque. Ma non solo. Frattini, infatti, avrebbe assicurato di poter inserire nell'eventuale pamphlet "numerosi sms" di azzurri "insospettabili" che gli avrebbero scritto proprio per trovare una sponda per l'operazione. L'obiettivo, spiega Frattini, era "il cambio della guardia alla guida del centrodestra". In soldoni fuori il Cavaliere. L'ex ministro avrebbe le prove, e assicura: "Ho tenuto quei messaggini nella memoria del mio cellulare...". E se Frattini ha smentito l'intenzione di scrivere un libro, non ha smentito di avere quei messaggini...

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