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Casini-Alfano, prove tecniche d'alleanza tra Udc e Ncd

Andrea Tempestini
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Un giorno di qua, l'altro di là. Il trasformismo politico di Pier Ferdinando Casini ha pochi rivali. Un campione, il leader Udc. Già, perché dopo il recente (presunto?) ritorno nell'orbita berlusconiana (e il conseguente addio alle macerie del centrino di Mario Monti), ecco che Casini sarebbe pronto a cambiare casacca. Ancora. L'indiscrezione viene rilanciata da Dagospia, secondo cui "dopo l'ultimo incontro segreto di ieri, l'alleanza per le europee è praticamente cosa fatta". Alleanza tra chi? Tra l'Udc di Pier Ferdinando e il Ncd di Angelino Alfano, pronti a correre insieme alla competizione del 25 maggio per rinnovare l'Europarlamento. Secondo i rumors, i due partiti sarebbero già al lavoro per trovare un slogan comune tutto incentrato sul richiamo alla "casa madre" del Ppe. Quindi sarebbero in corso anche le operazioni per trovare una comune piattaforma programmatica che proietti la nuova - possibile - alleanza verso un orizzonte più lontano: quello delle prossime elezioni politiche, quando si terranno, quando in Italia il "popolino" potrà tornare a dire la sua dopo l'epopea iniziata con Monti, proseguita con Letta e che, oggi, ci ha consegnato il governo (non eletto, of course) di Matteo Renzi. Sbarramento in testa - Il furbissimo Pier Ferdinando, con tutta probabilità, potrebbe aver deciso l'ennesima piroetta dopo aver preso atto delle grane che minano gli equilibri in Forza Italia, un partito ancora in cerca d'identità, mutilato del suo leader e alle prese con violenti scontri interni. Meglio affrancarsi da una situazione scomoda, dunque, e cercare l'intesa con Alfano. C'è infatti uno scoglio da superare, alle Europee come alle prossime ed eventuali politiche: quello dei numeri, o meglio della soglia di sbarramento. Allo stato delle cose, secondo quanto riportano tutti i più recenti sondaggi, né Nuovo centrodestra né l'Udc disporrebbero dei consensi necessari per sbarcare in Parlamento, quale che sia, se corressero autonomamente. Le alleanze sono un nobles oblige. E se le due forze si unissero ci sarebbero margini - almeno - per sperare. In Europa lo sbarramento è al 4% e non sono previste coalizioni: se dunque i due partiti corressero insieme, contando sul 4% malcontato di cui gode Alfano e del 2-2,5% di Casini, l'ingresso di una piccola pattuglia a Bruxelles sarebbe garantito. Più complessa la situazione in Italia, dove il nuovo Italicum prevede uno sbarramento al 4,5% per i partiti in coalizione e una soglia del 12% per la coalizione stessa. Il traguardo resterebbe lontano, ma - forse - un po' meno irraggiungibile. Cuore democristiano - Il primo step verso un'alleanza era stato fatto nelle scorse settimane da Lorenzo Cesa e Giampiero D'Alia, rispettivamente segretario e presidente dell'Udc. Quindi la calorosa accoglienza riservata ad Alfano al congresso dell'Udc aveva alimentato ulteriori entusiasmi. In casa Ncd, Renato Schifani, secondo quanto scrive Dago, sarebbe assolutamente sicuro: il matrimonio s'ha da fare. Schifani, infatti, reputa la "joint venture" un'ottima mosse per rosicchiare voti a Forza Italia (il problema, semmai, è che Schifani e Alfano non vogliono accordicchi, ma un'intesa duratura e su cui lavorare nel tempo). Tra i perplessi, invece, ci sarebbe il ministro Maurizio Lupi. Dagospia cita poi uno dei colonnelli di Alfano, che avrebbe spiegato: "Se l'elettorato ex centrista trova un ancoraggio sicuro dalle nostre parti prima che Casini torni da Berlusconi, facciamo un bel colpo". E' dunque su queste basi che è stato organizzato l'incontro che si è tenuto ieri, lunedì 24 maggio. Per le Europee ci sarebbe già in cantiere anche il simbolo, in cui semplicemente verrebbero "fusi" i loghi di Ncd e dell'Udc. Il tutto condito dalla scritta "Libertas", che tanto emoziona Alfano, cuore democristiano.

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