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Pd, si spacca la sinistra del partito

Ignazio Stagno
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Il Pd è in frantumi. Rischia l'implosione. La minoranza della sinistra dem mal digerisce la leadership di Matteo Renzi e così adesso prova ad andare per conto proprio. Ma i rossi del Nzareno non riescono a restare uniti. Così anche il blocco anti-Renzi guidato da Gianni Cuperlo si frantuma. Una nota dell'ex presidente del Pd certifica la fine della minoranza. Insomma le anime comuniste del Pd si disperderanno in mille correnti che assicurano una battaglia interna contro Renzi ma che con la frantumazione si epongo al rischio dell'estinzione. A far saltare il banco è il decreto sul lavoro.  Le varie anime dell'opposizione interna, dai bersaniani a Pippo Civati, non sono spaccati. Qualcuno, spiega Cuperlo a Repubblica "vuole rinchiudersi dentro fortini a protezione dello status quo. Quando la sinistra si chiude e si divide perde. È un peccato rassegnarsi a correnti piccole, medie o grandi che non comunicano".  La diaspora - Bersaniani e un po' di lettiani si separano, vanno da un'altra parte, non riconoscono più la leadership dello sfidante di Renzi, si affidano semmai alla guida di Roberto Speranza e Guglielmo Epifani. Ma Cuperlo li attacca, accusandoli di saper fare solo campagne anti-Renzi: "Il congresso è alle spalle. Siamo entrati in un ciclo nuovo". Che non significa schierarsi con il premier. Semmai, dice Cuperlo, evitare di fargli il regalo più grande: un'opposizione frammentata e quindi invisibile. Ma la divisione accompagna de sempre la sinistra e se c'è un cavallo vincente l'obiettivo è sempre lo stesso: azzopparlo. E Renzi lo sa...    

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