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Il ministro Giannini a Renzi: "Sul Senato devi frenare"

Ignazio Stagno
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La riforma del Senato scuote il governo. Matteo Renzi gioca al rialzo e così la sua poltrona di palazzo Chigi comincia a scricchiolare. Come se non bastassero già gli avvertimenti di Pietro Grasso e di mezza sinistra, ora anche nella squadra di ministri si apre il fronte anti-Matteo per salvare il Senato. A dire no all'abolizione di palazzo Madama è il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini che entra a gamba tesa nel dibattito sulle riforme: "È un po' inconsueto che sia il governo a presentare una proposta di legge su questo tema - puntualizza Giannini in un'intervista a Radio Città Futura - . Serve che il Parlamento ne discuta per ritoccare e migliorare alcuni aspetti". Un'altra grana per Matteo - L'esponente di Scelta Civica invita il premier a non avere fretta e sottolinea: "Non credo che il verbo aspettare appartenga al vocabolario del presidente del Consiglio". Poi aggiunge: "C'è la necessità di avere qualche momento di riflessione e maturazione in più". Insomma, meglio "non farne una questione di calendario" e "non confondere l'irrinunciabile dibattito parlamentare con la manfrina di chi non vuole cambiare le cose". Insomma adesso la spina nel fianco di Renzi è a palazzo Chigi. E se il partito della Giannini, seguendo anche le indicazioni di Mario Monti dovesse dire no alla riforma quando approderà in Aula, davvero il premier rischia di non avere i numeri per farla digerire a palazzo Madama.  Il Cav tiene d'occhio Matteo - Anche Silvio Berlusconi con una nota ha ribadito la sua posizione: "Noi rispetteremo fino in fondo gli accordi che abbiamo sottoscritto - dice il leader di Forza Italia - e siamo pronti a discutere tutto nel dettaglio, senza accettare testi preconfezionati, ma lavorando insieme per costruire le riforme migliori per il Paese. Abbiamo dimostrato la nostra serietà approvando alla Camera la legge elettorale, che ora vorremmo vedere in aula al Senato quanto prima. Speriamo che le divisioni emerse nel Partito Democratico non affossino il tentativo di modernizzare le nostre istituzioni. La sinistra non scarichi ancora una volta sugli Italiani i propri problemi".

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