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Gianroberto Casaleggio: "Di Maio pronto alla presidenza, io e Grillo ministri"

simone cerroni
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"Il premier ideale lo voteranno gli iscritti. Sarà una persona onesta, competente e trasparente. Luigi Di Maio ha le stesse possibilità di altri, avendo dimostrato ottime capacità in Parlamento". E' un Gianroberto Casaleggio a tutto tondo e assolutamente inedito quello intervistato dal Fatto Quotidiano in edicola oggi 21 maggio. Si confida, parla delle europee, della nuova ipotetica squadra di governo pentastellata e di come il progetto 5 stelle è riuscito a crescere grazie a quell'incontro con Grillo 10 anni fa. Un progetto che a distanza di 5 anni potrebbe vederlo spostarsi da dietro le quinte a un posto da Ministro in caso di governo. In caso di vittoria alle elezioni - Una possibilità, quella della conquista dell'esecutivo, abbastanza difficile, innanzitutto per la contrarietà di Renzi a fare un passo indietro e quindi andare a nuove elezioni e poi per una questione di numeri data dall'impossibilità del 5 stelle di prendere il 51% senza coalizioni in caso di elezioni. A riguardo Casaleggio dice che "noi non rifiutiamo le alleanze in quanto tali, ma solo se ci obbligano a sposarci per corrispondenza con uno che non conosciamo: io voglio vedere se la convivenza è possibile. Prima voglio conoscere l'altro, poi se mi piace me lo sposo. Se il mio programma è antitetico a quello dei partiti, che faccio: pur di allearmi prendo in giro i miei elettori?". Così facendo però "gli altri partiti continueranno a mettersi insieme e a tenervi fuori, anche se arrivate primi", risponde il giornalista del Fatto. "Finché spariranno. Non è che possono bloccare il cambiamento per sempre, facendo massa critica. Al momento è facile prevedere che, se vinceremo le Europee con un buon margine, torneranno le larghe intese, anzi larghissime. Le intese extra-large. Contro di noi c'è un muro di Berlino che, anziché a Berlino, viene eretto fra Montecitorio e il Quirinale. Per questo, se vinciamo, chiediamo che se ne vadano sia Renzi sia Napolitano". Casaleggio e Grillo ministri - "Il ministro lo farebbe?", domanda il Fatto. "Dipende dal Movimento, ma perché no. Dovendo scegliere, opterei per l'Innovazione". E Grillo? "Bisogna chiedere a lui, io lo vedrei bene ministro". Ecco dunque, pensa già ai risvolti interni di queste europee nella convinzione che "se vinciamo, siamo pronti a fare i ministri" e quindi a prendersi il governo. Casaleggio e la Prima e la Seconda Repubblica - Prima del 5 stelle il suo rapporto con la politica non era dei migliori, anzi. "Gia nella Prima Repubblica i partiti avevano lo stesso peccato originale di oggi: destra e sinistra erano superate, non mi riconoscevo in nessun simbolo. Però mi piacevano alcuni personaggi politici di quel periodo, come Ugo La Malfa ed Enrico Berlinguer". Nella Seconda Repubblica invece "ho avuto un rapporto di stiuma e collaborazione con Di Pietro. Prima che nascesse il Movimento 5 Stelle non c'era alternativa: non perchè Di Pietro fosse di destra o di sinistra, ma perchè propugnava la legalità politica". In realtà proprio estraneo alla politica in quegli anni Casaleggio non lo era. E' stato infatti candidato in una lista a Settimo Vittone, vicino Ivrea dove vive, ma nega la vicinanza di quella candidatura a Forza Italia, come molti riportano. "Era una lista civica fondata da una persona che conosco e di cui mi fidavo: Vito Groccia", afferma Casaleggio. "Un signore di origini calabresi, che mi chiese di entrare in lista per dargli una mano. Non feci però campagna elettorale, non avevo tempo, lavoravo Milano: infatti presi 6 voti". Poi ci tiene a sottolineare come non era presente nessun collegamento con il partito del Cavaliere: "Quando è uscita questa balla, lui (Groccia) era già morto, allora ho parlato con i figli, che hanno smentito qualunque sua vicinanza, simpatia o iscrizione a Forza Italia". Il primo incotnro con Grillo - Poi arriva alla politica recente e al suo primo incontro con Grillo. Lo incontrai per la prima volta "dieci anni fa. Beppe lesse un mio libro, Web ergo sum, dedicato allo sviluppo della Rete nella società. Mi chiamo e chiesae di incontrarmi. Quando lo incontrari, gli proposi di aprire un blog, che all'epoca era ancora una cosa per iniziati. Lui accettò e il blog partì nel gennaio 2005". Poi da li allla politica fu un salto breve, un volere della rete. "Ce l'ha imposto la rete e l'opinione pubblica. Il primo V-Day, l'8 settembre 2007, scatenò un'ondata di email, lettere, messaggi che ci spingevano a entrare in politica". Grillo, prima di avventurarsi nel Movimento, però provò a cambiare la politica e il centrosinistra. Consegnò a Romano Prodi una serie di proposte programmatiche raccolte sul Web e tentò di partecipare alle primarie del Pd. "Prodi fu molto gentile - afferma Casaleggio -ricevette Grillo a Palazzo Chigi, gli disse che avrebbe distribuito la cartellina con le nostre proposte ai vari ministri e sottosegretari, poi però la cosa finì lì e non lo sentimmo più". Cos' Grillo si iscrisse al Pd ad Arzachena, ma gli fu negato l'accesso alle primarie con la motivazione che era 'ostile'. "Fassino gli disse che il Pd non era un taxi e che Grillo, volendo, poteva provare a fare un partito. L'abbiamo accontentato". I guadagni di Casaleggio - Poi, il giornalista del Fatto gli chiede: "Lei quanto guadagnava prima che nascesse il M5S? E oggi guadagna di più o di meno?". "Per me, come manager, la nascita del Movimento è stata una sconfitta, perché un manager lavora per fare profitti", afferma Casaleggio. "Da quando dedico gran parte del mio tempo al M5S, faccio meno profitti di prima. Il M5S è nato nel 2009, e fino ad allora, pur essendo nata solo nel 2004, la Casaleggio Associati viaggiava sul milione di euro di utili all'anno. Risultato mai più raggiunto dopo, anzi superato alla rovescia due anni fa, nel senso che abbiamo perso soldi. Così, pur essendo entrambi contrari, per evitare di chiudere la società, con Beppe decidemmo di accogliere sul blog la pubblicità". I 5 stelle e la Tv, quel cambio di strategia - Dal blog poi si passa ad un altro mezzo d'informazione: la Tv e al rapporto dei grillini con questa. "Perché a un tratto avete cambiato rapporto con la tv? Prima era morta, ora lei va dalla Annunziata e Grillo da Vespa. Avevate preso una cantonata?", domanda il giornalista. "Nessuna cantonata" ribatte subito Casaleggio. "Penso che tv e giornali abbiano poco da vivere. Le prime sette emittenti italiane nel 2012 hanno perso 500 milioni di euro, quest'anno è possibile che scendano a 7-800 milioni: durano finché qualcuno le finanzia. La pubblicità sta emigrando altrove, prevalentemente in Rete. Nel medio e lungo termine la tv è condannata. Comunque la nostra repulsione non era verso la tv in quanto tale: quel che abbiamo cercato di evitare erano i talk show dove non è chiaro di che si parla e vince chi strilla di più. Infatti chiediamo di poter parlare di un tema preciso, con persone mediamente competenti, altrimenti decliniamo". L'incontro all'Ambasciata inglese - Quell'incontro fu, secondo Casaleggio, organizzato per pianificare la rielezione di Giorgio Napolitano ed Enrico Letta premier. "Furono il frutto di un piano internazionale, inglese e non solo". Il guru del Movimento Cinque Stelle, racconta uno scenario da complotto all'ambasciata inglese a Roma. "Era il 10 aprile 2013, una settimana prima delle elezioni presidenziali. Eravamo Grillo, io e due nostri collaboratori. L'ambasciatore ci chiese di incontrare Enrico Letta, allora vicesegretario del Pd, che aspettava in un'altra stanza. Siccome rifiutammo, ci fecero salire al piano di sopra da una scala di servizio per pranzare con alcuni addetti all'ambasciata, mentre l'ambasciatore restò a pranzo al piano di sotto con Letta. A un certo punto l'ambasciatore o il suo braccio destro ci domandò: che ne pensate della rielezione di Napolitano? Poi, quando due settimane dopo ci trovammo Napolitano rieletto e Letta presidente del Consiglio, ci dicemmo che forse qualcosa non quadrava... È una prova della forte influenza che i governi stranieri hanno sulle scelte politiche italiane".

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