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Forza Italia, la rivolta di Fitto contro Berlusconi: "Primarie a tutti i livelli"

Ignazio Stagno
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Dentro Forza Italia sono ore difficili. Il faccia a faccia con Silvio Berlusconi al comitato di presidenza non ha convinto il partito. Il risultato delle europee pesa e l'ansia per trovare una exit strategy che porti ad un futuro lontano dalle delusioni comincia a indebolire il partito. Il vertice con Silvio Berlusconi ha alzato il velo su tutti i problemi che restano alla base dei forzisti. I fedelissimi cominciano a smarcarsi e in coro chiedono primarie immediate a tutti i livelli per ribaltare le gerarchie del partito. Secondo quanto racconta Repubblica, il comitato di ieri è stato drammatico. Berlusconi ha ribadito la sua leadership e ha chiuso le porte a soluzioni dinastiche per la sua successione. E così Raffaele Fitto, il più votato alle ultime europee ha contestato la linea del Cav: "Presidente tu devi essere capace di sorprenderci, devi indicarci prospettive. La classe dirigente si selezione dal basso, non possiamo continuare a nominare gente dall'alto. La rivolta - Non cerco incarichi, non ho nulla contro Toti e Cattaneo, ma non esiste che alcuni posti vengano affidati a loro senza consultare il partito", avrebbe detto Fitto durante la riunione del Comitato. A questo punto è saltato il banco. Altri big forzisti hanno trovato il coraggio di parlare e di esporre le loro ragioni al Cav. Tra i "contestatori" ci sarebbero Daniele Capezzone, Laura Ravetto, Michaela Binacofiore, ma anche Pino Glati ed Elisabetta Gardini. Altre come Mara Carfagna e Renata Polverini non intervengono ma applaudono alle parole di Fitto. Contestato anche Verdini che aveva lanciato l'idea dei congressi comunali. Niente da fare, l'ex coordinatore nazionale è stato fermato da Fitto: "L'ho sempre ritenuta una cosa di sinistra ma qui non abbiamo bisogno di congressi, ma di primarie a tutti i livelli". Gelo in sala. Insomma gli equilibri interni di Forza Italia cominciano a scricchiolare e ora il Cav deve trovare una soluzione per tenere unito il partito ed evitare una dolorosa scissione dopo quella degli alfaniani. 

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