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Quirinale, l'idea rosa di Matteo Renzi per la successione a Giorgio Napolitano

Giovanni Ruggiero
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Proprio ora che il Presidente del consiglio Matteo Renzi è riuscito a conquistare il cuore del capo dello Stato Giorgio Napolitano, ecco che si affolla la schiera di aspiranti candidati alla successione al Quirinale. Scrive Claudio Cerasa sul Foglio che la sintonia tra i due ha raggiunto punti di "profondità" maggiore anche rispetto a quella costruita con Silvio Berlusconi. Lo staff renziano ha già fin troppa carne al fuoco e spera di non doversi occupare del dopo-Napolitano troppo presto. Cerasa ricorda come il mandato di Napolitano sia legato al percorso delle riforme messe in cantiere da Renzi. Il passo svelto del premier e il botto delle ultime europee del Pd hanno accellerato i tempi e aperto le gabbie per la caccia al candidato. Gli apiranti - In prima fila è già scattato Giuliano Amato, sponsorizzato da Massimo D'Alema che, scrive Cerasa: "in realtà per quel ruolo vedrebbe bene un signore con i baffi." L'ex ministro Massimo Bray ha sondato il terreno, ma non tira una buona aria per l'ex premier. Sono scatenati anche i fedelissimi di Pierluigi Bersani, convinti della "perfezione" della candidatura per i gusti anche dei grillini. Immancabile l'eterno candidato Romano Prodi che negando la sua disponibilità sarebbe già a lavoro per tornare in corsa, convinto di essere l'unico in grado di ricucire lo strappo dei "101" nel Pd. Un altro che nega annuendo è Walter Veltroni, verso il quale lo stesso Renzi ha speso parole di stima nell'ultima direzione Pd. L'ambiente Anci potrebbe influenzare con un proprio nome: in pole c'è Piero Fassino, sindaco di Torino, anche se il medio ai tifosi del Toro non lo ha proprio agevolato. Aspira Dario Franceschini, ma anche Graziano Delrio, vero ponte tra il governo e il Quirinale. Quota rosa - Il punto certo è che Matteo Renzi ha i numeri per eleggere il prossimo Presidente della repubblica anche senza l'aiuto di Forza Italia e M5S a partire dal quarto scrutinio. É lui ad avere il pallino in mano, anche se - aggiunge Cerasa - un nome per il Quirinale ancora non ce l'ha. Un'idea sì però, già sollevata dallo stesso Napolitano quando in una scuola romana ha detto che: "finora il Presidente della Repubblica è stato sempre maschio, sono passati 65 anni e anche qualcosa di più da quando è stato eletto il primo quindi io penso che toccherebbe a una donna, il più presto possibile". A differenza dei maschietti, per le donne non c'è ressa di candidati. Circola il nome di Anna Finocchiaro, cruciale per Renzi in chiave riforma del Senato, ben vista da Napolitano. Altro nome è quello di Roberta Pinotti, ministro della Difesa, che potrebbe fare da outsider politico: piace a Renzi e piace a Napolitano.

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