Cerca
Logo
Cerca
+

Alessandro Cattaneo: "Non mi aspettavo la sconfitta, ora basta personalismi"

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

«Non è forte colui che non cade mai, ma colui che cadendo si rialza. Oggi più che mai sto con Cattaneo», scrive l'ex presidente della Provincia di Pavia Vittorio Poma sulla bacheca facebook di Alessandro Cattaneo, ormai ex sindaco di Pavia, dopo la sconfitta al ballottaggio. Il suo è solo uno dei tanti messaggi d'incoraggiamento arrivati ieri al giovane politico. Quello di Pavia era uno dei duelli più attesi. Berlusconi fin dalla vigilia aveva puntato tutto sul giovane pavese per rilanciare il partito. Ecco perché una vittoria avrebbe lanciato Cattaneo definitivamente tra i vertici nazionali di Forza Italia. La sconfitta potrebbe rallentarlo, ma non azzopparlo, vista la contemporanea battuta d'arresto dell'altro rampante, Raffaele Fitto, a Bari. Raggiunto al telefono, Cattaneo non dissimula la delusione per un risultato che dopo il primo turno (chiuso con oltre 10 punti di vantaggio sull'avversario, Massimo Depaoli del Pd) sembrava acquisito e che invece lo ha visto soccombere contro il centrosinistra. Cattaneo sia sincero, si aspettava un ribaltone così al ballottaggio? «Francamente no, il clima in città era buono, i messaggi d'incoraggiamento che ci arrivavano ogni giorno, tanti. Anche se già al primo turno c'erano state delle avvisaglie: il 42% preso dal Pd alle Europee e il fatto di non essere riuscito a chiudere la partita subito al primo giro, ma certo il risultato finale è stato molto più severo di quello che mi aspettavo. Anche perché Depaoli, al ballottaggio, ha vinto con meno voti di quelli che avevo preso io al primo turno...». Che spiegazione si è dato lei che solo pochi mesi fa era stato incoronato da un sondaggio come il sindaco più amato d'Italia? «Anche a Pavia ha vinto la logica del tutti contro il sindaco uscente. In questa tornata non ce n'è stato uno, nelle grandi città, che sia riuscito a guadagnarsi la riconferma. Mi sembra un segnale molto indicativo di come siano andate le cose non solo a Pavia. Tutti quelli che sono usciti al primo turno o si sono schierati con Depaoli (Cristina Niutta, ndr) o hanno deciso di non esprimersi. Il risultato è stato la vittoria del centrosinistra». A ventiquattro ore dalla grande delusione, ha già pensato se e come cambierà il suo impegno in politica dopo questa sconfitta? «Faccio ancora parte dell'ufficio di presidenza di Forza Italia e sono ancora in Anci. Per principio non mi piace abbandonare le cose che sto facendo, quindi andrò avanti coi miei impegni fino a quando la mia presenza sarà utile». A proposito di Forza Italia, il partito non ne è uscito benissimo da queste elezioni. Nella sola Lombardia ha perso tre roccaforti come Pavia, Bergamo e Cremona. Ha sentito Berlusconi o Toti? «Li vedrò oggi all'ufficio di presidenza. Sarà il momento per fare il punto su quanto successo a Pavia e nel resto del Paese. Ne parleremo tutti assieme e cercheremo di capire il da farsi». Il suo incarico attuale, affidatole da Berlusconi, è quello di selezionare la nuova classe dirigente di Forza Italia insieme a Toti. Il giorno dopo la sconfitta, lei è sempre pronto a lavorare per ricostruire il centrodestra? «Sì. Ma si deve partire dal concetto che Forza Italia deve rinnovarsi profondamente. Questo è un momento molto delicato per il nostro schieramento. Dobbiamo metterci tutti a disposizione per ricomporre un blocco politico che ha avuto una battuta d'arresto, ma che resta comunque un punto di riferimento per milioni di persone. In questi frangenti non servono personalismi, ma solo la volontà di mettersi a lavorare tutti assieme per riemergere». intervista di Fabio Rubini

Dai blog