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Pd, 13 senatori si autosospendono: "Da Renzi epurazione incostituzionale"

Ignazio Stagno
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Al Nazareno scoppia la bomba innescata da Corradino Mineo. Tredici senatori del Partito Democratico hanno deciso questa mattina di auto-sospendersi dal gruppo a Palazzo Madama, in segno di protesta appunto contro la sostituzione di Corradino Mineo e Vannino Chiti, non più tra i membri della commissione Affari costituzionali. I tredici autosospesi sono: Casson, Chiti, Corsini, D'Adda, Dirindin, Gatti, Lo giudice, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Ricchiuti, Tocci, Turano. Paolo Corsini ha chiesto in aula "un necessario e urgente chiarimento prima dell'assemblea di martedì 17 giugno", sostenendo che quanto successo viola l'articolo 67 della Costituzione. Il senatore ha definito la rimozione di Mineo e Chiti "un'epurazione delle idee considerate non ortodosse". La rivolta - Mineo è molto critico nei confronti del progetto di riforma costituzionale di Matteo Renzi. Ieri, dopo la sostituzione, aveva parlato di un "autogol, un errore politico" del partito, che ha "militarizzato la commissione e imposto il testo della Boschi". Chiti è invece autore del ddl che chiede l'elezione diretta del Senato, in contrasto con quanto voluto dal premier. Insomma la tensione ora è alle stelle. Il Pd bersaniano esce allo scoperto e mette nel mirino il premier Renzi. Ora la maggioranza traballa e al Senato i conti rischiano di non tornare, nonostante il ministro Maria Elena Boschi abbia assicurato che "si andrà avanti, perché le riforme non possono saltare solo perché 13 senatori non sono d'accordo". Renzi deve guardarsi le spalle...

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