Cerca
Logo
Cerca
+

Riforme, presentati gli emendamenti: ecco il "nuovo" Senato

Ignazio Stagno
  • a
  • a
  • a

Matteo Renzi è stato chiaro, dopo il vertice tra Maria Elena Boschi e Paolo Romani, "Pd e Forza Italia hanno trovato un ottimo punto di arrivo". In sostanza le riforme sono cosa fatta. Con buona pace di Grillo che attende ancora l'incontro con Renzi. Palazzo Madama dunque cambia la sua struttura. Il nuovo Senato sarà non elettivo composto “da 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da 5 senatori che possono essere nominati dal presidente della Repubblica“. E ancora, iter legislativo più snello, giudizio preventivo della Consulta sulla legge elettorale, eliminazione della legislazione concorrente tra Stato e Regione e tre delegati per regione per eleggere il Capo dello Stato. E' questo il contenuto di alcuni emendamenti per la riforma del Senato annunciati dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli e che saranno portati in aula per il voto entro luglio. Emendamenti che emergono dall'accordo tra maggioranza, Lega e Fi. "In aula entro luglio" - “Trovata la quadra – ha detto – depositati gli emendamenti a firma Calderoli e Finocchiaro alla riforma che è in grado di partire serenamente”. La presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro aggiunge che “ora la I commissione può cominciare a discutere e a votare per garantire quei tempi che avevamo promesso ed arrivare al voto in aula entro luglio. Credo che nelle condizioni date abbiamo fatto un buon lavoro”. La carica dei 100 senatori – L'Assemblea di Palazzo Madama sarà composta da 100 senatori, anzi di 95 più 5: i primi eletti dai consigli regionali in rappresentanza di Regioni e Comuni, i secondi nominati dal presidente della Repubblica (tra questi rientrano gli attuali senatori a vita). Tra i 95 “territoriali” 74 sono scelti tra i consiglieri regionali, gli altri 21 tra i sindaci. Ogni Regione eleggerà un numero di senatori in proporzione al proprio peso demografico. Poteri del Senato – Le leggi sono approvate dalla Camera. Entro 10 giorni il Senato, su richiesta di un terzo dei suoi membri, può chiedere di esaminarle, proponendo modifiche entro 30 giorni. L'ultima parola è però della Camera che decide entro altri 20 giorni. Per le leggi che hanno impatto su Regioni e Comuni la Camera deve pronunciarsi a maggioranza assoluta in caso di richiesta di modifiche da parte del Senato. L'Assemblea di Palazzo Madama ha anche poteri di controllo sull'attuazione delle leggi, delle politiche pubbliche e della pubblica amministrazione. Ha poteri anche sia per la fase di ricezione delle norme Ue che nella fase ascendente prevista dal Trattato di Lisbona. Elezione Presidente della Repubblica – Infine con il nuovo Senato cambia anche la modalità per l'elezione del Capo dello Stato. Verrà eletto dai 630 deputati, 100 senatori e da tre delegati di ciascuna Regione (scelti con principio di parità di genere). La Camera eleggerà tre giudici della Corte Costituzionale e il Senato due.

Dai blog