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Matteo Renzi da Strasburgo a Porta a porta: "In Europa basta lezioncine, non abbiamo il cappello in mano"

Giulio Bucchi
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"Non siamo l'ultima ruota del carro, è finito il tempo delle lezioncine". Matteo Renzi mette "i puntini sulle i" e lo fa da Bruno Vespa, nella puntata speciale di Porta a porta per partecipare alla quale è volato via in fretta e furia da Strasburgo, subito dopo aver aperto ufficialmente il semestre di presidenza italiana del Consiglio Ue. Un discorso che ha avuto una coda polemica nella replica del premier italiano, che se l'è presa direttamente con chi, tra gli europarlamentari tedeschi, ha ribadito il proprio no a qualsiasi forma di "flessibilità" sui conti di Roma. "Ho trovato - spiega Renzi da Vespa - un clima di collaborazione da parte di tutti, anche dei neoeletti dei Cinque Stelle. Noi finora abbiamo pensato che Bruxelles fosse il buon retiro di chi ha finito la carriera. Non è così, ma dobbiamo farci sentire, imparare a fare quello che fanno tutti". Renzi contro i tedeschi: "Le regole? Le avete infrante proprio voi" Crisi e immigrati: quello che Renzi non ha detto a Strasburgo   Replica ai tedeschi - "Noi non sforiamo niente ma non accettiamo le lezioncine. Non possiamo andare in Europa con il cappello in mano". Tornato in Italia, Renzi tira fuori la grinta un po' mancata a Strasburgo, soprattutto nel suo primo intervento. "Io ho paura dei pregiudizi, non tanto dei giudizi. Oggi mi dicevano: Sì, ma l'Italia ha i debiti... Ma noi le riforme le stiamo facendo". Ufficialmente, è ancora aperta la partita sul nome di Jean-Claude Junker alla presidenza della Commissione europea. "Non credo sarà rimesso tutto in discussione, ma l'idea che andiamo in Europa a farci fare lezioncine anche basta", avvisa il premier italiano al Tg1, prima di intervenire da Vespa. Chissà se Angela Merkel rimarrà impressionata.

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