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Beppe Grillo contro il Pd: "Dittatura degli sbruffoni"

Andrea Tempestini
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Salta l'incontro e salta pure il confronto tra Pd e M5s. O forse no. A mettere la parola fine (o forse no...) è Beppe Grillo in persona, che si scaglia con violenza contro il Pd. Il summit in diretta streaming cancellato all'ultimo ha mandato il leader pentastellato su tutte le furie. Sarebbe tutta colpa di una lettera non inviata: il Pd voleva delle risposte scritte su 10 punti di dibattito, risposte che però sono arrivate in ritardo, soltanto dopo le durissime accuse di Grillo. Per il ritardo delle risposte, l'incontro previsto per oggi, lunedì 7 luglio, è saltato. Sul blog, Grillo, sbotta: "Si prende atto che Renzi, le cui palle sono sul tavolo di Verdini e Berlusconi, rifiuta con il M5s ogni confronto democratico e che l'Italia dovrà pagarne le conseguenze. Il M5s rappresenta milioni di italiani che non possono essere trattati come dei paria, come dei cani in chiesa da personaggi mai eletti in libere elezioni, da sbruffoni della democrazia". E ancora, Beppe rincara: "Stiamo scivolando lentamente verso una dittatura a norma di legge, non resteremo a guardare". Le polemiche - Il confronto tra democratici e grillini si incardina sulla nuova riforma elettorale: il M5s vorrrebbe in più punti "emendare" l'Italicum, frutto dell'accordo tra Renzi e Berlusconi. Un Italicum, per altro, osteggiato anche da molti esponenti democratici. In questa fase della trattativa, il M5s punta su Luigi Di Maio, uno dei "dialoganti", che dopo l'annullamento dell'incontro ha commentato: "Se vogliono fare una legge per corrispondenza possiamo anche farlo. Ma forse sarebbe più opportuno guardare alla sostanza". La replica del Pd arriva con Lorenzo Guerini, il vicesegretario incaricato dal premier di tenere le fila della trattativa: "Ciò che è importante - spiega - è che il confronto non si esaurisca e da questo punto di vista è chiaro che neanche il Pd intende far saltare il tavolo".  Piroette - E il tavolo, seppur con molto scotch, è rimasto in piedi. Il Pd voleva una risposta scritta? E' arrivata in serata. Superando le polemiche del leader Beppe e in parte sconfessandolo, sono arrivati i "dieci sì" del M5s, ossia le osservazioni alle dieci proposte dei democratici su riforme e legge elettorale. "Ora, in modo tale che non abbiate più alibi e non possiate più raccontare agli Italiani con la complicità dei giornalisti che il tavolo di lavoro è saltato per colpa nostra, vi riportiamo le risposte una terza volta", hanno scritto i grillini.

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