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Riforme, Pietro Grasso: "Sono indignato dallo scontro"

Ignazio Stagno
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Pietro Grasso non ci sta. Dopo le accuse da parte del Pd per la sua idea di applicare il voto segreto sulle riforme Grasso risponde ai dem (e soprattutto ai renziani" e respinge ogni responsabilità: "Lo spettacolo offerto dal duro scontro politico di questi giorni mi ha molto addolorato e, in alcuni momenti, indignato". Poi si difende sulla scelta di concedere il voto segreto: "Il regolamento non lascia alcun margine di interpretazione. Respingo con forza qualsiasi illazione o sospetto su questa decisione" spiega Grasso nel corso della cerimonia del Ventaglio, che difende la sua terzietà, sebbene "il ruolo del giudice imparziale sia tra i più esposti a critiche". L'autodifesa - Il presidente di Palazzo Madama ha tracciato anche quelle che ritiene le priorità per l'Italia: "liberalizzazioni, privatizzazioni, riforma mercato del lavoro, revisione spesa pubblica, modernizzazione P.A. Ma anche la riforma della giustizia e la lotta alla corruzione" sono necessarie per superare la crisi economica. Grasso poi dopo aver "sistemato" il Pd tira il freno a mano e sottolinea come il processo di riforme sia comunque "positivo": "Queste riforme sono attese da decenni, largamente condivise soprattutto nelle loro linee essenziali: superamento del bicameralismo paritario, nuovo equilibrio tra i due rami del Parlamento, snellimento del processo legislativo e riduzione del numero dei parlamentari".  

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