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Ncd, Angelino Alfano: "Ancora 1.000 giorni con Renzi, poi ognuno per la sua strada. La Lega è di estrema destra, noi no"

Giulio Bucchi
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Mille giorni con Renzi, poi addio. Con chi Ncd sostituirà il premier, però, non è ancora dato sapersi. Il segretario del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano chiude a Roma i lavori dell'Assemblea nazionale del partito nato dalla scissione dal Pdl chiarendo la lealtà al governo, anche se con qualche condizione: "Se fra mille giorni avremo fatto la riforma del fisco, della giustizia, se avremo aumentato il Pil e l'occupazione, allora con buona coscienza e spirito sereno potremo dire di aver cambiato l'Italia e le sue istituzioni". Mille giorni, cioè tre anni, cioè fine legislatura: la scommessa del leader di Ncd, scoperta, è quella di far trascorrere abbastanza tempo perché Silvio Berlusconi abbandoni la politica lasciando un vuoto nel centrodestra e nei moderati. Vuoto, naturalmente, che vorrebbe colmare proprio Angelino. Ma il rischio è che dopo tre anni nell'ombra del bulimico Renzi, il suo futuro sia quello di comparsa, corpo estraneo nel centrosinistra e separato in casa nel centrodestra.   Secondo voi cosa sarà di Angelino Alfano tra 1.000 giorni? Votate il sondaggio   Mille giorni con Renzi e poi... - L'alleanza con il Partito democratico, come detto, ha una data di scadenza sia pur lontana: "Lavoriamo insieme ancora 1.000 giorni e poi ciascuno per la propria strada, con i propri valori e i propri programmi. La battaglia per i nostri programmi in questi 1.000 giorni ci darà la misura della nostra forza". Nel giorno in cui sono stati resi noti i contenuti della lettera inviata da Silvio Berlusconi ai possibili alleati del Centrodestra, Alfano lancia un messaggio chiaro: non si tornerà ai tempi della Casa delle Libertà, anche perché le frizioni con Forza Italia, presente ma soprattutto passate, restano: "Ci sono stati tentativi di opa ostile nei nostri confronti - ha attaccato il ministro degli Interni -, ci hanno chiesto di lasciare il campo, ma ai nostri avversari diciamo che non solo non lasciamo ma raddoppiamo, abbiamo tutta l'intenzione di raddoppiare i voti, i consensi, la presenza parlamentare. Il nostro prossimo obiettivo sul territorio è innalzare una bandiera Ncd in ciascuno degli 8.000 Comuni italiani". "La Lega destra estrema, noi no" - Al momento, sembra impossibile per il Cavaliere far conciliare l'anima centrista di Ncd con quella più radicale della Lega Nord, che Alfano definisce "destra estrema": "Le nostre battaglie sono di centrodestra - conclude il segretario -, non di estrema destra, lo dico chiaro, ad esempio per le accuse che ho ricevuto sul tema dell'immigrazione. Noi abbiamo le idee chiare su cosa fare per affermare le nostre battaglie e le nostre ricette, che sono di centrodestra". Quindi una battuta, per evitare il rischio che il "brand Ncd" venga fagocitato dal renzismo: "Molti dicono che Renzi somigli a Tony Blair. Noi eviteremo al centro destra italiano il destino dei conservatori inglesi quando arrivò Blair".  Le reazioni: "La CdL è morta" - I big di Ncd hanno accolto con entusiasmo il discorso del segretario. "Sottoscrivo tutto, parola per parola", ha commentato Maurizio Lupi. "Alfano oggi è stato chiaro. Siamo un partito di centrodestra ancorato a questa realtà politica - ha aggiunto Renato Schifani -. Nel Nuovo Centrodestra non ci sono divisioni, né sirene più o meno ascoltate da parte di alcuni dirigenti. Noi andiamo avanti per un patto di legislatura di mille giorni, ed a breve uniremo i moderati che sostengono questo governo e fanno parte del Ppe. In questo modo con un'unica voce potremo avere un rapporto dialettico con Renzi, in chiave non conflittuale ma propositiva. Da Forza Italia attendiamo di capire quale sará il loro atteggiamento sulla legge elettorale, consapevoli però che la vecchia Casa della Libertà è morta e sepolta. Basti pensare che la Lega di oggi non è più la Lega di una volta e credo che rispetto a questa ormai non ci dividano mari, ma temo che ci dividano oceani". "Non c'è alcuna possibilità di successo se si fa dipendere la propria identità politica da un accordo con Berlusconi o Renzi. Il compito a cui intendiamo assolvere con Alfano, Cesa e tutti coloro che lo desiderano è ripensare il campo popolare", spiega invece Mario Mauro, presidente dei Popolari per l'Italia che guarda a Ncd come a un alleato naturale, in attesa magari di una fusione: "Alternativi alla sinistra e ancor più distanti da involuzioni estremiste. Dobbiamo rilanciare i nostri ideali: liberali, nazionali e democratico-cristiani". 

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