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Da Repubblica al Sole alla Stampa: tutti mollano Renzi

Matteo Legnani
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Nell'incontro di ieri, il cosiddetto Nazareno-tris, Silvio Berlusconi ha messo sul chi vive Renzi dalle critiche provenienti da alcuni organi di informazione: "Stai attento, perchè sono il segnale che i poteri forti che stanno dietro quei giornali ti stanno voltando le spalle". E di segnali, ad appena cinque mesi dalla "salita" a Palazzo Chigi, Matteo Renzi ne ha già ricevuti parecchi. Aveva cominciato, tre settimane fa, il Corriere della Sera con un paio di editoriali (il primo di Antonio Polito) sul quale si era poi puntata l'attenzione dell'editorialista de Il Giornale Vittorio Feltri. Il quale, proprio prendendo spunto da quel commento, aveva messo sul chi vive il premier: attento, perchè se il Corriere ti scrive contro vuol dire che qualcuno, lassù, non ti ama. Era stato profetico, il fondatore di Libero, perchè da quel punto i toni negativi hanno preso piede come un blob sulle pagine dei giornali. E oggi, dopo la diffusione del dato istat sul Pil, sui quotidiani è un diluvio di titoli ben lontani da quelli che lo scorso febbraio avevano accompagnato l'ascesa al governo dell'enfant prodige piddino. Il più significativo è quello sul Sole 24 Ore, quotidiano di Confindustria, intitolato "Ma quale paese vuole Renzi" e nel quale il direttore Roberto Napoletano si chiede ( e chiede a Renzi): "Mille giorni, bene, ma per fare cosa?". Perchè, spiega Napoletano, l'impressione che sta prendendo piede nel Paese, è che Renzi non sappia dove andare, a quali misure dare la priorità. E quelle che appena pochi mesi fa erano, da parte del Paese, aspettative positive, si stanno tramutando nel loro contrario. Massimo affronto: "La linea di provvedimenti del fare del governo Letta (bonus per l'edilizia e altro) va proseguita e rafforzata, si legge sul Sole. Ah, quando c'era Letta... E poi spending review, mercato del lavoro, riforma fiscale e della macchina della giustizia. Queste sono le priorità, scrive Napoletano, non le riforme istituzionali come quella del Senato o quella elettorale sul quale la politica e il governo si stanno rompendo la testa in questi giorni. Non bastasse, ecco La Stampa con Luca Ricolfi che parla di "costo delle riforme mancate", cioè quelle sulle quali nulla è stato fatto in questi cinque e passa mesi. Repubblica, che col suo fondatore Eugenio Scalfari aveva seguito il Corriere dicendo che "piuttosto che da questo Renzi allora è meglio che a governarci sia la trojka", prosegue oggi con due titoli in prima pagina che sono di per se a dir poco esplicativi: "Radiografia di un declino" e "La strada sbagliata". Nemmeno Mario Monti, cinque mesi dopo la sua entrata in scena, aveva ricevuto un coro di critiche tanto pungenti e ampie, anche da giornali considerati "amici". Ma lui, strappando di mano il testimone a Silvio Berlusconi 8come poi renzi fece con Letta), non dichiarò ai quattro venti di spaccare il mondo. O, come ha avuto l'ardire di dire ancora ieri, che "al termine dei mille giorni l'Italia sarà la guida dell'Eurozona".

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