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Pd Emilia Romagna, caos primarie: Graziano Delrio o Romano Prodi al posto di Bonaccini

Giulio Bucchi
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Di fronte al terremoto giudiziario in Emilia Romagna a Matteo Renzi e al Pd non resta che trovare "il biscolone" e calarlo sul tavolo delle primarie. L'inchiesta bolognese sulle spese pazze in consiglio regionale hanno messo nei guai sia Stefano Bonaccini sia Matteo Richetti, due big dem in regione e rispettivamente candidato favoritissimo ed ex candidato per la poltrona che è stata fino a qualche mese fa del potentissimo Vasco Errani. Anche loro, come il governatore uscente, rischiano di essere appiedati dalla giustizia. Se Richetti aveva già rinunciato alla candidatura in mattinata, con tempismo che qualcuno definisce sospetto, Bonaccini non molla: "Non lascio, dimostrerò la mia innocenza". I due "briscoloni" - Al Largo del Nazareno però si teme un boomerang: ha senso candidare alla presidenza della Regione un candidato indagato per peculato dopo aver perso un mammasantissima come Errani per falso ideologico? Molti pensano di no, e Bonaccini avrebbe le ore contate. Ma chi mettere al suo posto per tenere unite le varie anime dell'Emilia? Il "briscolone" sarebbe Graziano Delrio, ex sindaco di Reggio Emilia e oggi sottosegretario un po' in rotta con la squadra di governo e soprattutto il suo alter ego Luca Lotti. Di Delrio da settimane si parla in relazione a un eventuale rimpasto, e farlo diventare (potente) governatore sarebbe un ottimo ripiego, per lui e anche per il premier e i suoi "fedelissimi". Secondo nome, altamente suggestivo: Romano Prodi. Secondo Repubblica il Professore non accetterebbe né sarebbe graditissimo allo stesso Renzi, ma la situazione è grave e sarebbe pur sempre meglio ingoiare il rospo che rischiare il capitombolo. I tre "ripieghi" - Piano C, D ed E sono decisamente meno probabili: spostare a Bologna un altro big emiliano, il ministro della Cultura Dario Franceschini, ferrarese di nascita, oppure il modenese Giuliano Poletti, che al Welfare non è che abbia fatto impazzire. Oppure ripiegare sull'ex candidato governatore designato a suo tempo da Errani e Pier Luigi Bersani (anche lui tirato in ballo: fantascienza), il sindaco di Imola Daniele Manca. Per Renzi, che lo silurò, significherebbe perdere la faccia. Ma è sempre meglio che perdere e basta.

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