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Andrea Orlando, ferie dei magistrati: "Pronti a riconoscere una specificità"

Andrea Tempestini
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La riduzione da 45 a 30 giorni di ferie, proposta nella riforma della Giustizia, aveva fatto scattare la mobilitazione delle toghe: i loro due mesi effettivi di ferie, nonostante i milioni di cause arretrate, non devono essere toccati. Eppure nessuno fa più vacanze dei giudici (tanto per capire, i poliziotti hanno dai 28 ai 32 giorni, gli insegnanti hanno 32 giorni e gli infermieri altrettanti). Una sforbiciata sacrosanta, dunque, quella ai giorni "d'ozio" dei nostri magistrati. Eppure, dopo la mobilitazione togata, ecco che il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sembra cambiare idea sulla questione. Brache calate - Da Firenze, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano di una possibile modifica proprio sul tema delle ferie dei magistrati, spiega: "Da questo confronto credo che potrà venire qualcosa che si può anche tradurre in un emendamento. Ho detto all'Anm che noi chiediamo uno sforzo ai magistrati di comprensione dell'esigenza anche di compiere tutti un sacrificio in questo momento, però ho dato anche disponibilità a riconoscere una specificità che riguarda la magistratura". E quando parla di una "specificità", Orlando, intende un trattamento "specifico" sui giorni di ferie, che per la gioia delle toghe sembrano destinati a non essere toccati (o tagliati con molta più "attenzione"). La sostanza? I magistrati alzano la voce e il governo Renzi cala le brache.

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