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Facci: caso F-35, Vendola e Di Pietro cervelli in volo

A sinistra strepitano: se tagliamo le spese militari possiamo abolire l'Imu. Perché nessuno dice loro che non è vero?

Giulio Bucchi
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di Filippo Facci Vendola e Di Pietro continuano a dire che rinunciare agli F-35 farebbe risparmiare quanto basta ad abolire l'Imu sulla prima casa, ossia «almeno due miliardi all'anno nei prossimi vent'anni». E nessuno gli risponde che è non è vero. Per saperlo non occorre penetrare nei segreti Nato: basta leggere il rapporto della Difesa reso noto nell'aprile scorso. Il programma per gli F-35 (iniziato nel 1998, quando il ministro della Difesa del governo Prodi era Beniamino Andreatta)  prevede spese per 12,2 miliardi che però sono stati spalmati da qui al 2047: la media annua, cioè, è di 360 milioni, anche se le spese sono distribuite in modo diseguale. Nel 2012, per dire, i milioni spesi sono stati 512: questo già considerando che il governo Monti ha ridotto le ordinazioni degli aerei da 131 a 90. Il gettito dell'Imu sulla prima casa, per contro, è stimato in 3,3 miliardi per il 2012: altro che 360 milioni. L'Imu inoltre è costante, la spesa per gli F-35 invece è una tantum. Che poi un tizio agli aerei può essere contrario lo stesso, e questo per cento motivi: ma almeno raccontategliela giusta. Ricordategli, di passaggio, che in Italia le imprese coinvolte nel programma sono sessanta. Che la spesa per la Difesa è l'1,2 per cento del Pil mentre la media europea è l'1,6. Che da noi tre quarti dei soldi se ne vanno in stipendi per i Carabinieri e per tutti gli altri.

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