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Forza Italia, Silvio Berlusconi contro Raffaele Fitto: "Sei figlio di un vecchio democristiano". E l'ex governatore s'infuria

Giulio Bucchi
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"Non puoi cacciarmi". "Guarda che io non perdo mai". In queste due frasi, gridate in un clima di tensione inimmaginabile alla vigilia, sta tutto lo scontro tra Raffaele Fitto e Silvio Berlusconi durante l'ufficio di Presidenza di Forza Italia. Il primo ha messo in discussione il leader, il secondo ha sbottato. Una scena, rivelano i testimoni, inattesa e particolarmente violenta, un crescendo di accuse incrociate. Anche sul personale, tanto che Fitto ha rivelato ai suoi collaboratori: "Quando Berlusconi mi ha accusato di essere il peggio della Dc e figlio di un vecchio democristiano ho dovuto respirare forte uno, due , tre volte per non reagire". L'ex premier sapeva che il padre di Fitto, l'ex governatore della Puglia Salvatore, è morto in un incidente stradale quando Raffaele aveva appena 18 anni. Da qui la rabbia dell'ex delfino del Cav: "Parole come quelle non me le aspettavo, nemmeno in una scena così brutta. Certe cose non si devono dire". Parole che a sua volta Berlusconi nella serata di giovedì ha battezzato come "critica politica, non c'era nulla di personale". Ma ormai la frittata era fatta, anche perché nel frattempo era volata l'offesa massima: "Sei come Alfano, anzi come Fini". Dieci alfaniani con Silvio - Fitto ai suoi si è sfogato: "Qual è la mia colpa? Voler fare opposizione a Renzi? Volere più democrazia interna? Ma siamo matti?". Ma Berlusconi su questo punto non farà marcia indietro né sconti all'opposizione interna. Tira aria di momento cruciale anche per il governo e il leader di Forza Italia vuole approfittare di ogni occasione buona, isolando chi lo contesta. Non a caso ha ribadito: "Nel 2015 sarò ricandidabile". Come dire: occhio, perché tra qualche mese può accadere di tutto. E mentre Giovanni Toti su Repubblica spiega placido che "Fitto non farà scissioni, perché con lui non c'è nessuno", proseguono in Parlamento le grandi manovre azzurre. Ci sarebbero 10 senatori di Ncd pronti a tornare alla casa madre: "così decido io se il governo va avanti", spiega ai suoi Berlusconi. Tra i papabili, sempre secondo Repubblica, ci sarebbero Antonio Gentile, gli altri calabresi Bilardi e Aiello, Guido Viceconte e Antonio D'Alì. Il dubbio, reciproco, è se richiamare in Forza Italia i senatori indecisi oppure lasciarli con Angelino Alfano e dentro al governo, sorta di spina nel fianco. Di sicuro, con Ncd a livello nazionale i rapporti paiono deteriorati. Berlusconi ha escluso alleanze per le prossime regionali: "Non tornerò mai con chi mi ha tradito". Porte aperte invece a Fratelli d'Italia e Lega Nord.

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