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Matteo Renzi, il sospetto: "Qualcuno tenta la spallata, ci vogliono far passare per quelli che picchiano gli operai"

Andrea Tempestini
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Dopo gli scontri verbali con i sindacati, largo a quelli fisici: botte a Roma, dove in quattro operai della Thyssen sono stati feriti in una carica della polizia. Maurizio Landini punta il dito contro il governo, Susanna Camusso parla di "un ordine" che qualcuno ha dato, quello di manganellare. Sul metaforico banco degli imputati, dunque, ci finisce proprio lui, il premier. Matteo Renzi, da par suo, ha un solo obiettivo: spegnere, subito, l'incendio che si è scatenato (e che in verità già si sviluppava da diverse settimane). Per questo, dopo le manganellate, ha spedito subito il ministro Federica Guidi alla Camera per esprimere il "rammarico" del governo per quanto accaduto agli operai di Terni. Dunque i contatti, frenetici, con Angelino Alfano. Telefonate, quelle col ministro dell'Interno, per cercare di comprendere di chi sono, ammesso che ci siano, le "responsabilità" della carica della polizia in un momento così delicato. Inoltre, secondo quanto scrive Repubblica, Renzi al termine della giornata doveva fare i conti con quello che da semplice sospetto si stava trasformando in una mezza certezza. Un pensiero che da sabato, dal giorno della manifestazione Cgil in San Giovanni, accompagna l'intero entourage renziano. "Qualcuno - sussurrano -, approfittando della crisi, sta tentando di dare una spallata al governo". E quel qualcuno, sarebbe sempre più simile alla leader della Cgil, Camusso, che agirebbe in tandem con quella minoranza interna al Pd che, magari con l'appoggio e la carica di Landini, vorrebbe detronizzare il premier Matteo.

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