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Stato-mafia, udienza di Napolitano: la testimonianza è disponibile online

michele deroma
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Sul sito della presidenza della Repubblica, www.quirinale.it, è possibile leggere la trascrizione integrale dell'udienza dedicata alla testimonianza resa, tre giorni fa, da Giorgio Napolitano davanti alla II sezione della Corte d'Assise di Palermo. L'udienza, che si è svolta al Quirinale, ha avuto luogo nell'ambito del processo che sta cercando di chiarire eventuali trattative tra Stato e mafia. Leggi qui l'intera testimonianza del Capo dello Stato La testimonianza - La lettera inviata nel luglio 2012 dall'allora consigliere giuridico Loris D'Ambrosio a Giorgio Napolitano fu per il Capo dello Stato un "fulmine a ciel sereno". "Il consigliere D'Ambrosio - ha affermato Napolitano durante l'udienza - non mi aveva preannunciato niente, mi aveva solo trasmesso un senso di grande ansietà e anche un pò di insofferenza per quello che era accaduto con la pubblicazione delle intercettazioni di telefonate tra lui stesso e il Senatore Mancino, insofferenza che poi espresse più largamente nella lettera. Non mi preannunciò né la lettera, né le dimissioni. Era diciamo preso da questa vicenda, era anche un po' assillato da queste telefonate punto e basta. Poi la lettera per me fu un fulmine a ciel sereno, ne rimasi molto colpito, ci riflettei e il giorno dopo, il giorno dopo subito lo pregai di venire nel mio ufficio, avendo già redatto una risposta che gli consegnai». "Dare trasparenza" - "Ho voluto pubblicare questi testi - ha ribadito Napolitano - perché, diciamo, è mia linea di condotta il rispettare rigorosamente tutte le regole che sono poste a presidio dell'esercizio da parte del Presidente della Repubblica delle sue prerogative, quindi rispettare tutti i vincoli di riservatezza che da ultimo sono stati anche molto efficacemente ricapitolati e puntualizzati nella sentenza 1/2013 della Corte Costituzionale. Ma nello stesso tempo dare il massimo di motivazione pubblica di ogni mia scelta, in tutte le circostanze si sia trattato di crisi di Governo, si sia trattato di nomine, ho creduto che non fosse assolutamente contrastante con l'abito di riservatezza del Presidente della Repubblica, dare trasparenza e dare trasparenza sulla base di motivazioni leggibili alle mie decisioni e in questo caso ho ritenuto di dovere e potere dare pubblicità, purtroppo senza interpellare in proposito il dottor D'Ambrosio, alla sua lettera e alla mia risposta".

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