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Maurizio Landini: "Ho detto una cavolata ma il governo non deve ignorare i lavoratori"

Lucia Esposito
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“Renzi non ha il consenso delle persone oneste”: la frase di Maurizio Landini ha scatenato un putiferio non solo dentro il Pd. Intervistato da Repubblica il leader della Fiom precisa che la sua frase è stata estrapolata da un contesto. Ho detto che la maggioranza di coloro che lavorano e di chi il lavoro lo cerca, la maggioranza di coloro che pagano le tasse e non le evadono, non appoggia le scelte del governo”. E quando il giornalista gli fa notare che quella frase l'ha detta e gli chiede come sia stato possibile, lui risponde; “Non volevo certo offendere coloro che sostengono le politiche di questo governo. Poi, può far comodo utilizzare la frase di Landini per nascondere il messaggio di protesta che arriva dai luoghi di lavoro e dai pecari. È una strategia ma non serve a risolvere il problema. È un altro modo per nascondere la cenere sotto il tappeto”. E quando il giornalista gli chiede se è stata una cazzata, lui risponde: “Si, è stata una cavolata. Anche perché non riflette proprio quel che penso. Non ho mai ritenuto di dividere il mondo in due, con i buoni dalla mia parte e i cattivi dall'altra. Noi lavoriamo per unire i lavoratori. E' la politica che cerca di dividerli». I toni duri - Sottolinea che i i toni duri di questi giorni “sono figli della incomunicabilità. Un governo che rimane indifferente di fronte alle centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che protestano nelle piazze, che si rifiuta di discutere con i sindacati sulle leggi che riguardano il lavoro, che non si confronta in Parlamento e modifica leggi fondamentali come lo Statuto dei lavoratori a colpi di fiducia, non può attendersi che nelle fabbriche e negli uffici si alzino cori di consenso”. Ladini precisa  che Renzi ha fatto delle cose positive: “Ritengo che sia stata positiva la scelta di mettere gli 80 euro in busta paga, penso che sia stata positiva la decisione che ha favorito l'utilizzo dei contratti di solidarietà per risolvere il caso Electrolux. Noi siamo autonomi, come sempre dovrebbe essere un sindacato. Discutiamo sul merito delle questioni. Non siamo pregiudizialmente contro o a favore del governo. Lo misuriamo e lo giudichiamo sulle scelte che fa. Quelle degli ultimi mesi sono scelte divisive, che non servono a risolvere la crisi del lavoro in Italia e che seguono ricette ormai ritenute sbagliate anche da una parte degli imprenditori”  ».

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